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Pallina da golf - Foto Robert Perry PA Wire/PA Images / IPA
Lo sport, si sa, è sempre in grado di regalare grandi storie di successi, di riscatto sociale e di redenzione. E quella di Ryan Peake non è certo da meno: è la storia di una giovane promessa del golf che ha poi perso la via ritrovandosi nel vortice delle brutte conoscenze, finendo per passare diversi anni in prigione. Ma è anche la storia di chi, proprio ripartendo dal golf, è riuscito a riemergere da quelle situazioni difficili, tanto da aprirsi le porte dell’apice del professionismo.
Sì, perché il 31enne australiano è fresco vincitore del New Zealand Open. Ma non solo, perché questo successo gli ha spalancato le porte dell’Open Championship 2025 che si terrà tra il 17 e il 20 luglio prossimi al Royal Portrush, in Irlanda del Nord. Nientemeno che il Major più antico e ambito al mondo. Un’autentica “svolta della mia vita”, come ha dichiarato Peake dopo essersi imposto al Milbrook Resort di Queenstown. Una vittoria arrivata dopo un finale thrilling, visto che il rischio era quello di giocarsi un playoff a quattro. Invece, il suo putt dalla distanza è andato a segno, evitandogli lo spareggio e spalancandogli definitivamente la strada a una nuova vita.
La storia di Ryan Peake
Come detto, Ryan era una giovane promessa: a 16 anni arriva il primo successo a livello juniors nel Tasmanian Junior. A 17 divide già il green con campioni di altissimo calibro. A 19 diventa professionista, ma i risultati non arrivano e Peake si perde. Infatti, diventerà un membro del Rebels Outlaw Motorcycle Club, di fatto una gang di motociclisti. Con il passare degli anni riceve diverse denunce, fino al 2014, quando viene condannato per aggressione violenta: Peake deve passare cinque anni in carcere. Il giovane, dalla tv, vede anche trionfare l’amico Cameron Smith nell’Open Championship: è questa la prima scintilla che lo risveglia e lo indirizza sulla strada giusta.
Il passaggio successivo coinvolge una vecchia conoscenza, il coach Ritchie Smith, che si impegna per “salvarlo”. Peake ricomincia a pensare al golf, si rimette in forma e, grazie al regime di libertà vigilata, riprende a praticare il suo sport, vincendo gare amatoriali. L’uscita di prigione arriva nel 2019: Ryan si trova un lavoro e, al contempo, continua ad allenarsi. Ed eccoci, quindi, al 2024, dove torna nel PGA Tour of Australasia. Arriva anche il primo successo a Melbourne, al Sandbelt Invitational. Da qui in poi è tutto in discesa fino a quanto accaduto nello scorso weekend.