I grandi del golf internazionale non vedono l’ora di tornare a gareggiare dei più prestigiosi tornei, ma non vogliono farlo in assenza di pubblico. Dopo le parole delle scorse settimane, si parla addirittura di boicottaggio nel caso in cui la PGA of America decidesse di organizzare la Ryder Cup 2020, in programma il 25-27 settembre nel Wisconsin, a porte chiuse. “Sappiamo tutti perché gli organizzatori vogliono che la sfida Usa-Europa si giochi. E la motivazione – ha detto facendo il gesto dei soldi con le mani – è di natura economica” ha spiegato l’americano Brooks Koepka, n.3 del ranking mondiale, che a partire da giovedì sarà tra i protagonisti del “Charles Schwab Challenge”, primo torneo post-Covid19, in corso in Texas.
“Sono abbastanza sicuro che gli organizzatori non opteranno per la strada di un evento a porte chiuse, quindi non credo che quella del boicottaggio sia un’opzione che dovrò prendere in considerazione” ha detto invece Rory McIlroy. Ne ha parlato anche il capitano del Team USA, Steve Stricker, fiducioso circa la possibilità di trovare un compromesso “se il 50% degli spettatori potesse partecipare all’evento. Ma ancora c’è molta incertezza ed è difficile dire se la Ryder Cup si giocherà o no quest’anno“.