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Golf, Pga Tour: Francesco Molinari al 48° posto

Francesco Molinari - Foto Pvt pauline CC BY-SA 3.0

Nessun cambiamento di posizione rilevante. Francesco Molinari è 48° con 216 colpi (69 74 73, +3), nel RBC Heritage (PGA Tour) in svolgimento sul tracciato dell’Harbour Town GL (par 71), a Hilton Head nel South Carolina. E’ tornato in testa, dove era già stato nel giro d’apertura, l’inglese Luke Donald con 206 (66 71 69, -7), ma avrà almeno undici golfisti da mantenere alle sue spalle nella corsa al trofeo. Subito dietro a un colpo Jason Kokrak e Charley Hoffman (207, -6), a due Patton Kizzire (208, -5), e a tre Zach Johnson, Chris Kirk e il sudafricano Branden Grace (209, -4). Hanno chance anche Kevin Na, Bill Haas, Russell Henley, Matt Kuchar e lo scozzese Russell Knox, ottavi con 210 (-3).

Ha fatto notizia l’incredibile calo dell’australiano Jason Day, numero uno mondiale, al comando dopo due turni e precipitato fino al 40° posto con 215 (67 69 79, +2) dopo un pessimo 79 (+8).

Molto bene invece Bryson DeChambeau, 13° con 211 (-2). Il vincitore dell’US Amateur 2015 e miglior dilettante al Masters (21°), è alla prima manifestazione da professionista dopo il passaggio di categoria arrivato all’indomani del major di Augusta. Ha lo stesso score anche il canadese Graham DeLaet, mentre sono in retrovia il fijiano Vijay Singh, 55° con 217 (+4), e l’inglese Ian Poulter, 69° con 220 (+7).

Luke Donald, 38enne di Hemel Hempstead non vince sul circuito dal 2012. Il golfista è stato abile a riprendersi la testa con quattro birdie e due bogey per il parziale di 69 (-2). 

“Oggi si è giocato in condizioni molto più difficili – ha detto – rispetto ai giorni precedenti. C’era vento forte e i green sono divenuti sempre più duri e veloci. Inoltre era quasi impossibile raggiungere alcune bandiere. Ho avuto qualche momento poco felice, ma ho rimediato affidandomi alla pazienza. Domani? E’ previsto vento di minore intensità e con una classifica così corta c’è da temere qualcuno che indovini un punteggio molto basso. Una cosa simile mi è accaduta nel 2011 e la prodezza la firmò Brandt Snedeker”.

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