C’è grande curiosità nel mondo del golf italiano per vedere all’opera Matteo Manassero al The American Express, torneo del PGA Tour al via giovedì in California sui tre percorsi del La Quinta Country Club, Nicklaus Tournament Course e Pete Dye Stadium Course di La Quinta. Per il veronese classe 1993 si tratta infatti del primo impegno stagionale negli Stati Uniti, dove quest’anno per la prima volta in carriera potrà giocarsi la possibilità di avere una “carta” con diritti di gioco. L’opportunità è frutto dei nuovi accordi tra DP World Tour e PGA Tour: il dodicesimo posto nella Race to Dubai del DP World Tour ha permesso a Manassero di ricevere una delle dieci “carte” del PGA a disposizione dei giocatori del tour europeo.
Ecco quindi che il veneto, ex numero 25 del mondo e attuale numero 91 dell’Official World Golf Ranking, può in questo 2025 giostrarsi una “doppia carta” avendo diritti di gioco sia nel DP World Tour che sul PGA Tour. Una situazione inedita per Manassero e che come unico precedente italiano ha ovviamente quello di Francesco Molinari. Una grande occasione, ma ovviamente anche una situazione potenzialmente rischiosa. Andiamo quindi ad analizzare pro e contro del dover dividere i propri impegni sportivi tra i due lati dell’oceano.
La sfida a tutti i big mondiali, obiettivo top-50 per tornare nei Major
Giocare sul PGA Tour ovviamente significa potersi misurare ogni settimana con tutti i più forti giocatori del mondo, in tornei con montepremi e punti del ranking mondiale mediamente ben superiori rispetto agli eventi regolari del DP World Tour. In tal senso Manassero, che ovviamente non ha al momento una “carta” con categoria tale da poter giocare in ogni singolo evento statunitense, avrà la possibilità inedita di potersi mettere alla prova e cercare di ottenere risultati che potrebbero portare in dote ulteriori traguardi.
Una situazione inedita per il cinque volte vincitore sul DP World Tour, tornato al successo lo scorso marzo per la prima volta dopo quasi 11 anni dall’ultimo successo. Nella sua prima “vita golfistica”, nonostante fosse arrivato da poco più che adolescente al numero 25 del mondo dopo la vittoria del BMW PGA Championship, l’azzurro non aveva mai potuto giocare con continuità i tornei della stagione regolare della FedEx Cup. Non a caso tra poche ore Manassero giocherà un torneo del PGA Tour (Major esclusi) per la prima volta dal 2014.
Ottenere risultati e piazzamenti importanti nei tornei oltreoceano potrebbero portare anche il ritorno nella top-50 del ranking mondiale e quindi la certezza di poter giocare i Major nel 2025. L’impressione è che Manassero abbia adesso una maturità, golfistica e personale, ben diversa rispetto a quella di oltre dieci anni fa e che quindi sia pronto per un’avventura tanto stimolante quanto sicuramente dispendiosa anche da un punto di vista fisico e mentale.
DP World Tour e PGA, i rischi di tenere “un piede in due scarpe”
Ovviamente la possibilità da scongiurare è quella che il doppio impegno non porti alla mancanza di obiettivi concreti nel corso della stagione. Manassero, in qualità di vincitore del Jonsson Workwear Open 2024, ha le spalle coperte per quest’anno sul DP World Tour. La vittoria in Sudafrica ha coronato un percorso di rinascita che dai vertici mondiali aveva visto l’ex ragazzo prodigio del golf mondiale sprofondare anche fino ai circuiti minori come l’Alps Tour. Adesso ovviamente Matteo è rientrato dalla porta principale e l’obiettivo è quello di salire sempre più ai piani alti, dove un giocatore con i suoi mezzi tecnici giustamente ambisce ad arrivare. Sarà fondamentale una buona programmazione nello scegliere gli impegni per organizzarsi al meglio, onde evitare situazioni complicate in cui non si riesce ad essere protagonista in nessuno dei due lati dell’oceano.
Risultati concreti, inseguendo il sogno della Ryder Cup
Piazzamenti o eventuali vittorie, oltre a tutti gli obiettivi già citati, potrebbero anche avvicinare Manassero a uno dei sogni di una vita: la partecipazione alla Ryder Cup. Un’impresa improba, dal momento che il Team Europe potrà contare come sempre solo su 12 componenti e la concorrenza è a dir poco agguerrita, ma sicuramente l’idea di poter far parte della squadra che Luke Donald condurrà a New York a fine settembre è davvero uno stimolo per cercare di migliorare ancora il proprio gioco e riuscire a centrare risultati di altissimo peso specifico. Ovviamente più facile a dirsi che a farsi, visto che già al The American Express saranno in campo nove dei primi trenta giocatori del ranking mondiale. Intanto però Donald ha già potuto osservare da vicino Manassero alla Team Cup, la competizione che pochi giorni fa ha visto l’Europa Continentale sfidare Gran Bretagna e Irlanda ad Abu Dhabi. Poco importa il risultato, nettamente a favore dei britannici: Manassero ha lottato e ha portato a casa la vittoria nel suo match di singolare. Segnali positivi, per una stagione che dovrà essere quella della conferma e delle nuove conquiste.