Torna in tutto il suo grande fascino l’Augusta Masters, primo Major stagionale di golf. Dal 6 al 9 aprile, 88 tra i migliori giocatori del mondo si affronteranno per una affascinante sfida nella splendida cornice dell’Augusta National, sul percorso voluto in un ambiente unico dal mitico campione Bobby Jones ad Augusta, in Georgia. Tanti i motivi di interesse: dalla difesa del titolo di Scottie Scheffler, numero 1 del mondo, al rientro di Tiger Woods, dal tentativo di Rory McIlroy di completare il “Grande Slam” con l’unico Major che manca nel suo palmarès, alla presenza dei giocatori che sono passati alla Superlega Araba e, in chiave azzurra, alla partecipazione di Francesco Molinari, in cerca di un risultato di prestigio. Sarà un’impresa difficile quella di Scheffler sia per la qualità dei concorrenti in campo, sia perché soltanto tre giocatori sono riusciti a vincere il titolo per due anni consecutivi: Jack Nicklaus (1965-1966), Nick Faldo (1989-1990) e Tiger Woods (2001-2002).
Rory McIlroy, numero due mondiale e secondo lo scorso anno, al 15° Masters, sei volte tra i top ten, più che nella scorsa stagione ha perso l’occasione di vincere la gara nel 2011, quando leader dopo tre round con quattro colpi di vantaggio, finì 15° dopo un rovinoso 80. Proverà ancora una volta a chiudere il cerchio del “Grande Slam”, dopo aver collezionato gli altri tre Major, per affiancare i cinque giocatori che sono riusciti nell’impresa: Gene Sarazen, Ben Hogan, Gary Player, Jack Nicklaus e Tiger Woods. McIlroy si presenta ben motivato e in condizione: già un successo in stagione, un secondo e un terzo posto nelle ultime tre uscite sul PGA Tour. Compito arduo, però, anche per lui, in un contesto ricco di campioni come Jon Rahm, Justin Thomas, Patrick Cantlay, Xander Schauffele, Jordan Spieth e Matt Fitzpatrick. Discorso a parte va fatto per Tiger Woods, giunto alla 25esima apparizione al Masters, dei quali cinque vinti, e alla seconda presenza in una gara ufficiale nel 2023. La sua mentalità, straordinariamente vincente, lo porta a puntare al sesto titolo, ma è difficile capire il confine tra aspirazioni personali e realtà.
Francesco Molinari, che aveva iniziato l’anno nel migliore dei modi con il successo da capitano e giocatore del Team dell’Europa Continentale nella Hero Cup e con la quinta posizione nell’Abu Dhabi HSBC Championship, ha proseguito la stagione sul PGA Tour con un 14° posto, un 60° e subendo tre tagli, l’ultimo la scorsa settimana nel Valero Texas Open. È alla 12ª presenza in un evento dove spicca il quinto posto nel 2019, miglior prestazione di un italiano al Masters condivisa con Costantino Rocca, quinto nel 1997. L’azzurro, che punta a entrare nel Team Europe alla prossima Ryder Cup di Roma, proverà a riprendere il ritmo d’inizio anno e anche a cancellare le ultime tre prove ad Augusta: un 52° posto e due tagli.
All’87esima edizione dell’evento, farà da prologo il tradizionale Par 3 Contest, che vedrà i protagonisti del Masters esibirsi al fianco dei propri familiari in una grande festa che coinvolge anche il pubblico. Un autentico show, dove i giocatori che prendono parte al Masters, i loro familiari, campioni del passato non competitivi e il pubblico diventano tutti grandi protagonisti sul percorso par 3. Si tratta di una tradizione nata nel 1960 con il successo di Sam Snead, per un torneo dove nessuno vorrebbe essere il vincitore, poiché nessuno è mai riuscito a fare l’accoppiata con il Masters quattro giorni dopo.