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Lo sport è fatto di personaggi, grandi vittorie e imprese, ma anche di sconfitte. Risultati a volte inaspettati ma senza dubbio dolorosi per i diretti interessati. Nel caso del golf, un caso più unico che raro è rappresentato dal disastro del francese Jean Van de Velde all’ultima buca dell’ultimo giro dell’Open Championship 1999. Un evento talmente incredibile da ispirare parti di documentari e persino modi di dire in alcune parti del mondo tra gli appassionati di golf.
Il 18 luglio 1999 va in scena l’ultimo giro dell’Open Championship, quell’anno di scena sul difficile percorso scozzese di Carnoustie (lo stesso che ha poi incoronato Francesco Molinari nel 2018). Il francese Jean Van de Velde inizia le ultime 18 buche con ben cinque colpi sui più immediati inseguitori e con la possibilità di conquistare una vittoria che definisce una carriera. Le condizioni sono difficili con raffiche di vento come spesso accade sui links scozzesi, ad ogni modo Van de Velde limita i danni e si presenta sul tee della buca 18 con tre colpi di vantaggio.
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Un margine di vantaggio che sembra più che tranquillizzante, ma nei minuti a seguire succede di tutto. Van de Velde sbaglia il primo colpo (molto discutibile la scelta di giocare il driver) e finisce molto a destra, addirittura sulla buca accanto. Da quel momento è un susseguirsi di scelte scellerate: con il secondo colpo il francese non si accontenta di un semplice colpo di appoggio con un ferro aperto, ma cerca un difficile ferro 2 verso il green con il risultato di rimanere a destra andando anche a battere contro la gradinata e rimanendo nell’erba alta del rough di Carnoustie.
Lo psicodramma si completa con il terzo colpo: il taglio più alto di rough non perdona, Van de Velde “flappa” e finisce nell’acqua del fossato poco più avanti. Per diversi minuti il transalpino valuta la possibilità di giocare dall’acqua (togliendosi anche scarpe e calzini), poi torna sui suoi passi, si asciuga ed opta per un droppaggio con penalità di un colpo. Van de Velde gioca così il quinto colpo e finisce nel bunker poco prima del green: l’uscita dalla sabbia termina a meno di tre metri dalla buca e il putt per il “7” finisce in buca. E’ quindi un triplo bogey, Van de Velde perde i tre colpi di vantaggio e finisce in un playoff con lo statunitense Justin Leonard e lo scozzese Paul Lawrie.
Dopo una buca del genere, passata alla storia tra gli appassionati di golf, l’epilogo è inevitabile: Van de Velde perde al playoff, Paul Lawrie vince e diventa il vincitore major con il maggior distacco recuperato dall’inizio dell’ultimo giro (dopo tre round era a dieci colpi dal francese). Le immagini che seguono sono davvero incredibili e raccontano colpo dopo colpo il dramma sportivo di Van de Velde, che non riuscì più a riproporsi a quei livelli.
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