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Ha compiuto da poche ore 27 anni, eppure Matteo Manassero sembra essere un veterano nel mondo del golf professionistico. Fenomeno di talento e precocità tali da stabilire diversi record ancora oggi imbattuti, il veronese sta adesso vivendo una fase molto complicata della sua carriera. Un momento così avaro di risultati da estrometterlo anche dai principali eventi dello European Tour, circuito di cui per alcuni anni è stato assoluto protagonista e plurivincitore di tornei. Nella speranza che Manassero possa ritrovare al più presto lo smalto dei giorni migliori, andiamo a ripercorrere le tappe della sua carriera e soprattutto il suo più grande successo fino ad oggi: la vittoria del BMW PGA Championship nel 2013.
Matteo Manassero inizia a farsi conoscere al mondo del grande golf nel 2009, quando da vincitore del The Amateur Championship (uno dei suoi tanti record di precocità a 16 anni) si guadagna un posto in due Major dei professionisti: l’Open Championship ed il Masters di Augusta. Nello stesso anno chiude l’Open al 13° posto, conquistando la silver medal come miglior dilettante del torneo, mentre chiude la sua esperienza prima del passaggio al professionismo con il 36° posto al Masters nell’aprile 2010, diventando il più giovane di sempre a passare il taglio.
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L’ingresso nel mondo del professionismo è dirompente: subito tanti piazzamenti di peso ed il 24 ottobre 2010 arriva la prima vittoria, al Castello Masters in Spagna dove diventa a 17 anni, 6 mesi e 5 giorni il più giovane vincitore di sempre sullo European Tour con tanto di ingresso tra i primi 100 giocatori del ranking mondiale. Da lì è una escalation di risultati: nel 2011 la vittoria in Malesia, nel novembre 2012 quella in Singapore battendo al playoff un campione Major come il sudafricano Oosthuizen.
L’apice arriva il 26 maggio 2013, in quello che è l’evento simbolo dello European Tour: il BMW PGA Championship, di scena ogni anno sul percorso del Wentworth Club in Inghilterra. Nell’ultimo giro Manassero regala spettacolo e recupera fino a giocarsi tutto al playoff, dove riesce a battere l’inglese Khan alla quarta buca di spareggio. E’ un successo pesantissimo, secondo solo ai Major, che dà al veronese anche la certezza di avere cinque stagioni davanti a sè con pieni diritti di gioco sul massimo circuito europeo. In quelle settimane “Manny” arriva anche al suo best ranking salendo fino al 25° posto della classifica mondiale. Sembra ormai una certezza del golf ai massimi livelli, destinato ad una carriera luminosa.
Per quanto i successi siano grandiosi Manassero è però ancora un ventenne, con tutte le incognite fisiche, tecniche e psicologiche del caso. Anche nel 2014 ci sono dei buoni risultati, come il quarto posto allo Scottish Open, però manca la continuità ad alti livelli delle stagioni precedenti. Una continuità che ancora sta mancando al veronese, che eccezion fatta per alcuni sporadici exploit si è ritrovato invischiato in una spirale di involuzione di risultati davvero incredibile, a testimonianza di tutta la “crudeltà ” del gioco del golf.
Dopo cinque anni dalla vittoria di Wentworth, Manassero ha perso anche la “carta” dello European Tour dovendo ripartire anche dai circuiti minori. Oggi “Manny” è fuori dai primi 1500 del ranking mondiale, ma la speranza è che questo periodo di pausa forzata possa permettergli di ritrovare la maniera migliore di esprimere tutto il suo indubbio talento.Â
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