Alessia Maurelli ha scritto una lettera aperta in merito alle denunce emerse negli ultimi giorni di presunti maltrattamenti e minacce nel mondo della ginnastica. Queste le parole della capitana della Nazionale di ritmica: “Sono profondamente rattristata da tutto ciò che ho letto ultimamente. Confesso l’enorme disagio e malessere mio e delle Farfalle in questi ultimi giorni qui a Desio. Del resto è impensabile mantenere calma e indifferenza mentre lo sport che amo è avvolto da una nube nera di sofferenza e polemiche. Leggo commenti del tipo ‘ma questo non è sport, è una tortura disumana, è un inferno di ambiente’ e rimango pietrificata. Respiro, poso il telefono e chiedo a me stessa: Ma tu perché fai questo sport? Ti fai davvero un mazzo tanto, ogni giorno, da una vita, per una disciplina così disumana e subdola?? Certo che NO. Perché NON lo È. NON lo DEVE essere!! E lo posso affermare con piena consapevolezza. Da militare, da Cavaliere della Repubblica e da Capitana dell’attuale Squadra Nazionale di ginnastica ritmica. In quanto ginnasta veterana all’interno delle Farfalle, ma soprattutto da donna e sportiva particolarmente attenta a questi temi, non posso rimanere indifferente a tutto ciò. Leggendo le vostre dolorose testimonianze voglio esprimere la mia vicinanza a tutte voi, accomunate dalla mia stessa passione, che avete e state soffrendo. Tutto ciò mi ha fatto riflettere sul mio percorso, e mi reputo molto fortunata di essere cresciuta in un ambiente sano, a Ferrara, in una società nella quale sono stata educata alla disciplina, al rigore e al rispetto del mio corpo. Mi rendo conto però che questa dovrebbe essere la normalità. Questa forma mentale si dovrebbe radicare fin dall’inizio nelle famiglie, dove crescono e si formano le giovani campionesse del futuro”.
Ritmica, Maurelli: “Profondamente rattristata da ciò che sta succedendo”
Alessia Maurelli - Foto LiveMedia/Fabrizio Carabelli
L’Azzurra ha poi proseguito spiegando: “Il rispetto fra allenatore e atleta deve essere sempre presente, senza impedire di raggiungere il proprio sogno, senza distorcere la realtà e senza nascondere lo spirito di sacrificio necessario per raggiungere i vertici, ma in modo corretto e sano. Per quel che vale, io posso riportare soltanto il mio vissuto personale: si tratta di un’esperienza legata principalmente alla Nazionale Italiana, e perciò può essere diversa da altri percorsi. Per poter competere ed eccellere nelle competizioni mondiali è necessario molto lavoro ed è fondamentale la cura dei dettagli. Vale per noi Farfalle ma vi garantisco che vale per qualsiasi disciplina. Mi confronto spesso con altri amici, colleghi azzurri medagliati olimpici e non, e tutti noi, siamo accomunati da grandi sacrifici, pesanti rinunce e dal necessario obbligo di mantenere un fisico adatto ad ogni singola disciplina, regolato da un regime alimentare funzionale per poter rendere al massimo e scongiurare infortuni. Sono stata convocata in squadra a 17 anni e la mia decisione di farne ancora parte a 26 (pur avendo già coronato il mio sogno olimpico a Tokyo) credo sia significativa: è una scelta dettata da tanti fattori, dal benessere fisico a quello mentale, dall’attaccamento alla maglia azzurra alla passione per questo sport e al lavoro di squadra. Mi ritengo una ragazza determinata che non teme le responsabilità, so di non avere il ‘posto prenotato’ fra le titolari ma amo mettermi in gioco e condividere momenti in gruppo… E ragazzi.. Detta come va detta, non sono ancora qui per la fama, per i soldi o perché vittima di manipolazione o sottomessa ad un sistema che decide per me. I miei 9 anni in nazionale mi hanno permesso di vivere, in periodi ovviamente più o meno lunghi, insieme a più di 30 ginnaste che si sono avvicendate nella rosa”.
Obiettività. “Io stessa ho assistito, nel corso del tempo, a continui ed esponenziali miglioramenti all’interno dell’ambiente sotto il punto di vista di tutela della nostra salute psico-fisica. Migliorie e progressi importanti, avvenuti anche grazie all’investimento dovuto alla crescita del movimento. Da anni ormai abbiamo la presenza stabile di professionisti ed esperti che si occupano, con un particolare occhio di riguardo verso le ragazze più giovani, del nostro benessere psicologico e alimentare, con l’aggiunta di un gruppo di fisioterapisti 4/5 volte a settimana. Dico spesso che noi non siamo compagne di squadra, siamo quasi sorelle. Condividiamo la vita 24h su 24. C’è un rapporto di complicità ed amicizia profonda che ci lega. In questi giorni abbiamo molto parlato, ci siamo interrogate e confrontate. Personalmente la mia inquietudine è rappresentata dal dispiacere: mi dispiace che nessuno di Noi sia stata in grado di capire fino in fondo il malessere di alcune mie ex compagne di squadra. Sono sicura che grazie alle indagini verrà fatta chiarezza, e mi auguro che si possa prendere spunto per migliorare e lavorare su ciò che non ha funzionato nel mio ambiente, così come in quello di alcune società in Italia. Lo si deve all’amore di uno sport troppo bello per spegnersi. Fare chiarezza è un dovere per tutte le persone che hanno fatto della ginnastica ritmica la propria vita con impegno e correttezza e tutte quelle che l’hanno abbandonata con dolore. Consapevole di tutto ciò che ho vissuto, visto, affrontato e che posso testimoniare con molto materiale e fatti concreti, sono pronta ad esprimermi al 100% nelle apposite sedi, sperando che la mia esperienza possa aiutare le indagini a far chiarezza. Esponendomi in prima persona, posso essere una portavoce per chi come me ha alle spalle un’esperienza positiva, ricca di momenti luminosi e persone meravigliose”.
Alessia Maurelli ha poi concluso: “Un’esperienza che già in questi anni è servita ad aiutare tantissime ragazze che mi hanno contattato in privato per avere consigli. Mi auguro che non si spenga la speranza di piccole ginnaste che sognano di diventare farfalle e volare in una pedana olimpica. Prima di concludere però ci tengo a condividere con voi, come avevo già fatto in passato, una mia esperienza legata proprio all’alimentazione, per poter lanciare un appello. Il mio ricordo peggiore legato a questo tema è collegato alla sofferenza provata nell’aver letto sui social, alcuni anni fa, delle cattiverie gratuite, quando lo sviluppo mi aveva fatto mettere su un paio di chili. Per il mio benessere mentale e fisico sono stata costretta a isolarmi per un po’ dal web, perché leggere frasi come “la Maurelli è molto appesantita” mi hanno fatto stare male e mi hanno resa insicura soprattutto nel momento di massima esposizione: la gara. Brutto commento sul mio fisico – insicurezza – brutta gara – commento ancora più brutto. Questo il loop che ho vissuto per diversi mesi. Poi però una frase della mia allenatrice – che non scorderò mai – è servita a infondermi una enorme fiducia prima degli europei a Guadalajara e mi ha trascinata via da questo terribile circolo vizioso. Ma proprio perché nella ginnastica ci sono tante atlete giovani, giovanissime, non posso tacere. Quindi anche quando scrivete o commentate, specialmente dietro a un social e, soprattutto quando giudicate un fisico o trattate proprio questi temi delicati, vi prego, siate tutti un po’ più gentili”.