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Nella terza udienza del processo sportivo sul caso dei presunti abusi alle azzurre della ginnastica ritmica a parlare è anche Mauro Gatti, psicologo e mental coach. “Nel corso dei miei colloqui a Desio ho riscontrato una situazione nei canoni della normalità. Nella mia permanenza lì ho trovato un ambiente serio e professionale. Dall’ascolto delle ragazze non ho mai appreso un disagio legato ad un atteggiamento delle allenatrici nei loro confronti. Se ho avuto notizia di frasi offensive da parte delle ragazze? Non ho registrato alcuna lamentala. E non ho mai avuto alcuna notizia dalle ragazze di problemi legati alla pesatura, né atteggiamenti vessatori”. Così Gatti, che da tempo collabora con le nazionali di ginnastica in riferimento al processo a carico di Emanuela Maccarani e Olga Tishina.
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“A Follonica nel luglio del 2019 ho intercettato nella ginnasta Anna Basta un disagio emozionale non ben collocabile, non generale. Ho reso conto di questo disagio in primis alla direttrice tecnica. Di disagi analoghi ne ho visti molti, almeno centinaia, in generale nella mia professione. L’ho collocato nella normalità delle situazioni, la prestazione agonistica è molto impegnativa e crea stati d’animo al disagio e alla valutazione che l’atleta fa di se stesso. Ci sono stati degli approcci da parte mia per entrare di più in quest’aspetto con Basta, per stimolare la risposta del cervello agonistico per rispondere alle difficoltà sempre nell’ambito della prestazione sportiva“, ha aggiunto confermando quanto già reso nel verbale di audizione alla procura federale. Per la Basta “era una problematica conclamata e riconosciuta legata al cibo. Una delle qualità che posso proporre è di cercare di superare queste difficoltà. Ne parlai anche con la Maccarani, feci una relazione. Cosa mi disse? Che ne ha preso atto e stavano lavorando nell’ottica delle valutazioni che un dt fa. Non ho mai ho visto un dt che ha fatto le squadre sentendomi prima”, ha proseguito. “Ne ho parlato di questo problema del peso di Basta alla Maccarani. ma sono dinamiche che ricorrono frequentemente in ambito sportivo. L’impegno cui sono chiamato è sostenere l’autostima agonistica dell’atleta per far fronte alle problematiche”.
Oltre alla Basta, spiega Gatti, “Assolutamente nessuna mi ha riferiti problemi legati all’alimentazione. Sulla Basta io non sono in grado di stabilire con dei colloqui brevi un profilo di personalità così complesso. Non ho ritenuto necessario andare oltre perché non avevo elementi sufficienti. Il disagio della Basta non è mai stato nel corso dei colloqui imputato ad un comportamento della Tishina”.
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