Una vita dedicata alla ginnastica artistica. Una carriera segnata da infortuni “arrivati nel momento sbagliato”. La forza e la determinazione nel rialzarsi sempre “perché l’obiettivo è sempre più vicino”. Martina Maggio guarda verso Tokyo, e lo fa pensando alla bambina che a soli tre anni ha messo piede per la prima volta in una palestra. Nata a Villasanta il 26 luglio 2001, Martina è stata la prima italiana a vincere una medaglia d’oro al volteggio a degli Europei Juniores (Berna 2016) ed è la vincitrice della medaglia di bronzo a squadre ai Campionati mondiali di Stoccarda 2019. Una ragazza “solare, disponibile e generosa” , ma soprattutto “molto determinata” nel raggiungere i suoi sogni.
Cosa ti viene in mente pensando a Tokyo?
“Un sacco di emozioni positive. E’ un sogno che ho nel cassetto fin da quando sono piccola e da quando ho deciso di intraprendere questo percorso non più come un divertimento. Andare a Tokyo sarebbe ‘wow’. Rappresentare l’Italia alle Olimpiadi non è da tutti. Metterò il massimo per raggiungere il mio obiettivo”.
Ti saresti mai aspettata di arrivare fin dove sei ora?
“Sinceramente non mi sarei mai aspettata di arrivare al livello in cui sono ora. Ormai non è più solo la mia passione ma è diventato il mio lavoro da quando sono entrata nel gruppo sportivo delle Fiamme Oro della Polizia. Ci sono persone che fanno lavori malvolentieri, io sono fortunata perché faccio ciò che amo e ciò che ho sempre sognato fin da quando ero bambina”.
Chi è Martina Maggio?
“Sono una ragazza molto solare. Amo stare in mezzo alla gente, amo fare del bene e aiutare le persone. Sono sempre pronta ad aiutare chi ha bisogno. Sono molto disponibile e generosa, e forse troppo buona a volte. Sono molto determinata, so quello che voglio e cerco sempre di raggiungerlo. Un mio difetto è che sono molto permalosa, me la prendo per qualsiasi cosa”.
Quando hai iniziato a praticare questo sport?
“All’inizio avevo fatto due o tre lezioni di nuoto ma non faceva per me (ride, ndr). La prima volta che sono entrata in una palestra avevo tre anni, ero così ingestibile che le allenatrici avevano detto ai miei genitori di riportarmi l’anno prossimo. L’anno dopo, a quattro anni, sono tornata e dopo pochi anni ero già nel gruppo agonistico perché avevano notato in me ‘qualcosina in più’. Ho iniziato alla ‘Robur Et Virtus’ a Villasanta. Le prime garette sono state a livello societario, avevo tra i 6 e gli 8 anni. Insieme alla società ci siamo trasferiti ad Arcore per mancanza di attrezzature nella palestra. Ho iniziato ad andare due o tre volte a settimana in Accademia a Milano e successivamente mi sono trasferita a Brescia, dove mi alleno tutta la settimana e il sabato pomeriggio torno a casa”.
Attrezzo preferito?
“E’ la trave ed è sempre stata quella. E’ l’attrezzo che mi rappresenta di più e dove riesco a dare il meglio”.
Attrezzo che ti piace di meno?
“Volteggio, senza dubbio”.
Ginnasta preferita?
“Alija Mustafina, Viktorija Komova. Amavo la loro eleganza e la loro pulizia. La ginnastica non è solo potenza, è anche eleganza. E’ un insieme di cose”.
Non è stato facile per te, hai avuto tanti infortuni. Come sono stati quei momenti?
“Parecchio difficili, soprattutto perché sono sempre capitati nel momento sbagliato. E’ stata dura da affrontare perché non ero più piccola e me ne rendevo maggiormente conto. Quando ero più piccola li affrontavo in maniera diversa perché non capivo bene come doveva andare, poi ho capito che si faceva tanta fatica a ricominciare. Anche psicologicamente è stato molto difficile, non capivo perché ogni volta doveva capitarmi qualcosa”.
In quei momenti difficili hai mai pensato di smettere?
“Il più difficile è stato l’ultimo infortunio, al ginocchio. Lì ho pensato di smettere, pensavo ‘ma chi me lo fa fare’. Poi però ho pensato a tutte le cose positive, a tutte le emozioni che mi ha fatto e che mi fa provare questo sport. Mi sembrava inutile buttare tutto all’aria, quattordici anni della mia vita così. Mi sono focalizzata sul mio obiettivo, è quello che mi ha sempre dato la forza di andare avanti”.
I momenti più belli che ti ha regalato questo sport?
“Molti mi dicono ‘ma come fai, che vita difficile’. Penso che tutte le emozioni che ho provato nella mia carriera poche persone hanno la fortuna di provarle. Ci sono stati tanti bei momenti, a partire dalla medaglia d’oro al volteggio agli Europei di Berna 2016. Ero piccola e ho realizzato solo successivamente quanto fosse stato importante questo risultato. Un’altra grandissima emozione sono stati i Mondiali qualificanti di Stoccarda. Io l’ho vissuto in maniera diversa dalle altre perché ero la riserva, ma sono stata lì con loro ed è stata molto dura e sofferta. Una delle emozioni più grandi. Infine gli ultimi Europei, quelli di Basilea. Non mi aspettavo niente di tutto quello che è successo”.
Gli Europei di Berna 2016 sono stati un riscatto per te, perché arrivavi da un infortunio.
“Sì, mi ero fatta male. Ma come ho già detto ero piccola e non mi rendevo ancora conto. Ora che realizzo e che capisco meglio dico ‘cavolo, ce l’ho fatta a prendere quella medaglia che non mi aspettavo’. Il giorno prima di partire mi ero fatta male e non mi hanno fatto fare l’All Around per farmi fare bene il volteggio perché sapevano che con il mio salto sarei potuta arrivare in alto”.
Quanto è importante per te avere la famiglia vicino?
“La mia famiglia mi è sempre stata vicino in qualsiasi cosa, in qualsiasi trasferta e in ogni momento, sia bello che brutto. Se io sono dove sono ora è anche grazie a loro. Mi portavano a fare fisioterapia quando mi facevo male, mi sono sempre venuti a vedere, non hanno mai saltato una mia gara”.
Che rapporto hai con i tuoi genitori?
“Un bellissimo rapporto. Sono figlia unica, loro per me sono fondamentali. Vedere che gioiscono dagli spalti è un’emozione indescrivibile. Purtroppo non ho l’occasione di vederli spesso stando a Brescia tutta la settimana, ma sono sempre al mio fianco e mi sostengono”.
Tua mamma è una sportiva come te.
“Sia mamma che papà. Mia mamma è campionessa del mondo ed europea di sollevamento pesi. Mio papà fino a pochi anni fa faceva le maratone ed era fortissimo nella corsa”.
Europei Basilea 2021: quinto posto alla trave, quarto posto al corpo libero dietro a Vanessa Ferrari e sesta all’All Around. Hai avuto tanti motivi per festeggiare!
“Non mi aspettavo niente di tutto questo, e non mi aspettavo di arrivare così vicina al pass olimpico (tre decimi). Ho cercato a dare il massimo per me e per l’Italia, le avversarie erano molto forti ma ho dato tutto e sono molto contenta”.
Parlando di Vanessa Ferrari, quanto è stato emozionante per te, come per tutta Italia, rivederla sul campo gara?
“Vanessa ha passato tanti momenti difficili. Ho avuto l’onore di gareggiare con lei, è una grandissima atleta e un grandissimo esempio da seguire. Eravamo in camera insieme, ci siamo supportate molto e siamo state l’una accanto all’altra”.
Siete un gruppo molto unito. Quanto è importante il supporto della tua squadra e delle tue compagne? Che rapporto hai con loro?
“Abbiamo creato un gruppo molto unito, siamo come sorelle e abbiamo un rapporto unico. Ogni tanto ci sono momenti di discussione ma è normale. Se c’è serenità c’è squadra e siamo una delle squadre più unite”.
Se non avessi fatto ginnastica, quale sport avresti fatto?
“Mi incuriosiscono i tuffi, mi piace molto come sport. Ci sono cose simili alla ginnastica, è lo sport più vicino al mio mondo”.
Che rapporto hai con la scuola?
“Ho fatto la maturità l’anno scorso, ora ho mollato perché ho altre priorità. Per quest’anno, essendo molto impegnativo, mi sono un po’ fermata. L’anno prossimo dopo le Olimpiadi probabilmente inizierò l’Università. Ho frequentato il Liceo Scientifico serale a Brescia. Come Università mi piacerebbe rimanere nel campo dello sport per poi diventare allenatrice, per esempio l’ISEF, sempre nell’ambito ginnico”.
Cosa ti piace più fare nei tuoi giorni liberi?
“Quando torno a casa sto con la mia famiglia e il mio fidanzato, mi godo quei pochi momenti che ho per me. Molti dicono che la nostra vita sociale è limitata, ma se uno vuole riesce benissimo a trovare il tempo e far combaciare tutto. Principalmente sto con il mio fidanzato, i miei amici e la mia famiglia e vado a fare shopping”.
Tornando a parlare di Tokyo. Come si sta preparando l’Italia?
“Nonostante la situazione difficile siamo riuscite ad iniziare il percorso olimpico, ci saranno ancora poche gare prima delle Olimpiadi”.
Quali squadre sono da temere maggiormente?
“Sicuramente America, Cina e Russia. Sono sempre state all’apice della ginnastica in questi anni”.
Obiettivi?
“Adesso ci sarà l’ultima gara di Serie A, gli Assoluti e un incontro Internazionale in Francia”.
Musica preferita?
“Non ho una musica preferita, ascolto un po’ di tutto. Prima delle gare mi piace ascoltare musica energica, più pimpante, mentre la sera mi piacciono le musiche più leggere per rilassarmi”.
Segui il calcio? Che squadra tifi?
“Sono interista da sempre, come mio papà. Il mio fidanzato è milanista e quando parliamo di calcio in casa mia è un cinema (ride, ndr). Io a volte seguo il calcio ma non ci capisco molto”.
Come hai vissuto questo anno di pandemia?
“Sono stati mesi parecchi intensi. Siamo state chiuse il primo lockdown a Brescia per tre mesi senza mai tornare dalla nostra famiglia, non potevamo allenarci perché le palestre erano chiuse e facevamo solo qualche allenamento all’esterno. Abbiamo avuto la fortuna di stare sempre insieme quindi il tempo passava abbastanza velocemente, ma non poter tornare dai nostri genitori è stato pesante”.
Com’è stato tornare in gara dopo tutto questo tempo?
“Gli Europei a Basilea sono stati la prima gara dopo il lockdown. E’ stata un’emozione incredibile e troppo bella da spiegare, non mi sembrava vero. Dobbiamo ritenerci fortunati perché nonostante il momento difficile riusciamo a gareggiare”.