“Ringrazio le mie amiche della Ginnastica, le mie compagne di squadra, i miei genitori, i miei allenatori e tutte quelle persone che mi sono state accanto in ogni momento e che non mi hanno mai mollata; sono stati fondamentali per me e lo continueranno ad essere per sempre. Ringrazio tutti coloro che hanno creduto in me ancora prima che io ci credessi in prima persona, a loro devo davvero tutto!”. Queste le parole conclusive di una delle ginnaste più amate degli ultimi anni, Arianna Rocca, in un’intervista esclusiva rilasciata a Sportface.it.
Sensibile e, nello stesso tempo, esplosiva, la 21enne genovese ha dimostrato di essere sicura della decisone presa ed ha confessato che la ginnastica, nonostante le mille occasioni che non le sono state concesse, l’ha aiutata a crescere e a diventare una persona migliore.
Sempre pronta ad aiutare le sue compagne, con un gesto o con una semplice parola, sempre disponibile con tutti i suoi fans, Arianna è un grande esempio di vita, prima ancora che di sport.
A quattro giorni dall’ultimo esercizio della sua carriera, nella finale del Campionato Nazionale di Serie A andato in scena ad Eboli, si è raccontata a cuore aperto, tra passato e futuro, tra delusioni ed emozioni, tra ricordi e progetti.
Quando hai iniziato a pensare al ritiro e quali sono state le motivazioni principali?
“In realtà un momento ben preciso non c’è stato. Nell’arco di quest’anno avevo già iniziato a pensare di voler smettere e, così, ho deciso di fare le tappe di Serie A, le ultime gare individuali e poi, dopo la fine del Campionato, di ritirarmi. Purtroppo, durante la mia carriera, ho partecipato a tanti collegiali che mi avrebbero portata a gare importanti ma poi, alla fine, ero sempre la riserva che rimaneva a casa.
Sono sempre stata contentissima di questa cosa perché voleva dire ‘essere l’ultima tra le migliori’, però è stato molto difficile superare le continue delusioni; sicuramente i miei genitori e i miei allenatori mi hanno aiutata tanto in tutti i momenti bui che ho dovuto attraversare e poi io, sinceramente, ho sempre voluto cercare di dimostrare di più, ho sempre voluto cercare di far vedere che ce la potevo fare, che ero all’altezza degli altri ma, ahimè, non è mai stato abbastanza. Ho sempre dato il massimo, questo non lo rimpiangerò mai perché son sicura di aver sempre stretto i denti e di aver lavorato quanto serviva; non mi sono mai tirata indietro perché a me le cose facili non sono mai piaciute però non ho mai ricevuto quello che desideravo da anni, quello per cui ho lavorato tanto e, quindi, è stata anche un po’ questa la motivazione per la quale ho deciso di smettere.
Nello stesso tempo, però, sono molto contenta di essere arrivata a tante persone che mi hanno stimata e che mi stimano tutt’ora come persona al di fuori della ginnasta che sono. Per me queste sono cose che vanno oltre lo sport e, quindi, va benissimo così”.
Se dovessi ripercorrere tutta la tua carriera da ginnasta, su quali momenti ti soffermeresti maggiormente?
“Sicuramente, la prima volta in Nazionale che davvero non dimenticherò mai. Avevo tredici anni, ho partecipato ad un incontro in Francia, ero agitatissima, la gara è andata malissimo però è una delle emozioni che ricorderò per sempre così come il Trofeo 4 Nazioni 2015 a Torino in cui ero titolare della maglia azzurra a squadre e durante il quale ho fatto uno dei miei doppi avvitamenti migliori al volteggio insieme a quello del Trofeo Città di Jesolo 2015 dove sono arrivata seconda solo dietro alla statunitense Simone Biles. Penso siano state le gare più belle insieme a questa ultima di sabato ad Eboli”.
Qual è l’insegnamento più bello che ti ha lasciato la ginnastica e che pensi ti porterai dentro per sempre?
“Per me la ginnastica non è solo uno sport, è una disciplina, uno stile di vita. Mi ha cresciuta, mi ha formata, mi ha fatta diventare la persona che sono ora. Io ho varcato l’ingresso della palestra che non avevo ancora tre anni, ero veramente minuscola, la ginnastica mi ha costruita dalle basi.
Ho trascorso 19 anni in palestra, sono davvero tanti. Ho sacrificato molti anni della mia vita, da bambina, da adolescente; non sono cose che mi sono mai mancate però, nel momento in cui cresci, ti rendi conto di aver saltato tante tappe importanti. Però, mi sono sempre divertita, ho sempre amato i sacrifici che ho fatto, ci ho sempre messo passione e cuore e quindi, proprio per questo motivo, mi è sembrato tutto molto più semplice del dovuto”.
Che rapporto avevi con i tuoi fans e quanto pensi siano stati importanti nella tua carriera?
“Sono stati fondamentali perché è bello sapere di avere qualcuno che ti stima per la ginnasta che sei, per la persona che sei e per quello che trasmetti loro quando fai le gare; è molto importante avere sempre qualcuno che ti sostenga dall’esterno. Mi sono stati molto vicino nei momenti di sconforto e in quelli di gioia, li porterò sempre nel cuore e, comunque, continueranno ad essere parte della mia vita perché hanno rappresentato qualcosa di molto bello. Infatti, in camera, ho una parete dedicata solo a loro con tutte le cose che mi hanno regalato; non li potrò mai ringraziare abbastanza!”.
Hai un rapporto molto bello con quasi tutte le ginnaste della Nazionale. Con chi hai legato maggiormente e chi ti è stata sempre vicina?
“Bah diciamo che io sono una persona che, dove la metti, sta bene. Ho un bel caratterino, magari non sto simpatica a tutti, però ho sempre cercato di essere parte integrante della squadra in cui venivo inserita. Per quanto riguarda le mie compagne della Nazionale, qualche anno fa ho legato tantissimo con Elisabetta Preziosa, ci siamo conosciute quando eravamo entrambe a Jesolo e lì, da subito, è nata un’amicizia che va proprio oltre tutti i limiti; Elisabetta è stata fondamentale in un momento difficile della mia vita, ho avuto due infortuni e lei c’è sempre stata, è una delle mie migliori amiche e lo rimarrà per sempre così come lo sono adesso Carlotta Ferlito e Federica Macrì. La Fede l’ho sempre vista come un punto di riferimento, è sempre stata il mio esempio, un idolo per me come per tutte le altre ragazzine. Con Carlotta siamo proprio amiche strette, usciamo spesso insieme e negli ultimi mesi abbiamo anche condiviso gli allenamenti nella palestra di Via Ovada a Milano. Sono ragazze che hanno lasciato un segno, si tratta di amicizie che vanno al di la della ginnastica”.
Pensi che la ginnastica ti mancherà?
“Sì, sicuramente mi mancherà. Già questi tre giorni senza andare in palestra sono stati assurdi (ride, ndr). Trascorrevo davvero tante ore in palestra e passare da così tanto a niente non sembra, ma è tanto”.
Nel tuo futuro, oltre a terminare gli studi, ci sarà ancora la parola ginnastica o pensi di voler fare altro?
“In realtà io spero di riuscire a fare altro. Per il momento, prima penso a laurearmi e poi andrò in Africa come volontaria-educatrice, è un sogno che ho sempre avuto da bambina, andare lì, conoscere ed imparare. Non vorrei insegnare ginnastica ma, se in palestra mi dovessero chiedere di tenere il Baby Gym per bambini di 3-4-5 anni, ovviamente, non direi di no però mi limiterei a quello, non è proprio una delle cose che vorrei fare perché penso che un conto sia insegnare, un conto fare ginnastica”.
A Eboli, durante l’ultimo esercizio della tua vita, a cosa hai pensato? alla fine della gara è scesa qualche lacrima?
“Sono sincera, pensavo di commuovermi ma, in realtà, mi sono goduta così tanto la gara che il mio unico obiettivo era quello di divertirmi. Ci sono riuscita e sono davvero molto orgogliosa di me stessa. Forse è la prima volta che dico una cosa del genere a me stessa perché trovo sempre molto difficile riuscire a valorizzarmi però, me la sono proprio goduta, sapevo che sarebbe stata l’ultima, ci tenevo a farla bene, ci sono riuscita e non potevo desiderare di più. Sono stata tanto unita alle mie compagne, di squadra e non, e sono proprio felice di aver concluso in bellezza!”.
Collegando la tua passione per la ginnastica a quella per la musica e, in particolare, per la cantante italiana Alessandra Amoroso, c’è una frase che ami in modo particolare e che ti ha dato la carica giusta per andare avanti in tutti questi anni?”
“A 17 anni ho fatto il mio primo tatuaggio con una frase di Ale: ‘È tutta volontà, solo volontà”. È il mio motto di vita, se voglio una cosa è difficile che non riesca ad ottenerla. Sono testarda, determinata, capocciona; a volte sbaglio, anche perché si può sbagliare nella vita, però io sono così!”.