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“Amor omnia vincit, Labor omnia vincit”: è questo il motto della squadra che Sportface.it vi porta a conoscere in questo percorso di avvicinamento alla prima tappa del campionato nazionale di serie A di Ginnastica Artistica. Nata nel 1996 come una piccola realtà che poteva disporre solo di semplici tappetini per fare fitness, la World Sporting Academy di San Benedetto del Tronto è oggi un’incredibile realtà che, con costanza e sacrifici, cerca di seguire quelli che sono gli standard richiesti per poter sfornare ogni anno ginnaste di livello non solo nazionale ma anche internazionale. A rispondere alle nostre domande è Jean Carlo Mattoni, preparatore fisico e tecnico di questa società.
Quali sono le sensazioni alla vigilia della prima tappa di Arezzo?
“Stiamo lavorando bene; a parte l’influenza che proprio questa settimana ha messo ko le mie figlie, Jessica e Joele Mattoni, le altre ragazze stanno provando a tenere il quadrato perché adesso, con l’esordio stagionale, sarà necessario difendere la posizione che abbiamo. Attualmente non possiamo puntare alle alte posizioni della classifica, ma l’obiettivo principale è quello di confermarci tra le prime 16 squadre del campionato in modo da gareggiare in Serie A anche nel 2019. Una settimana fa, Jessica e Joele erano in splendida forma ma purtroppo, adesso, sono sotto antibiotico e, quindi, avremo sicuramente qualche difficoltà in questa prima tappa di Arezzo. Invece, la nostra junior Valentina Giommarini e la neo senior Maria Vittoria Cocciolo si stanno allenando bene e riponiamo in loro le speranze per questo primo appuntamento stagionale. Maria Vittoria Cocciolo, purtroppo, si è dovuta fermare un po’ per un problema al piede dopo la gara in Francia e, quindi, abbiamo dovuto rallentare gli allenamenti al suolo; adesso, ha ripreso ad allenarsi con costanza e stiamo riuscendo a portare avanti la programmazione. A Valentina e Maria Vittoria si aggiungeranno due new entries, Rebecca Morè e Laura Addazii che è già stata riserva della squadra lo scorso anno, e poi abbiamo in prestito una ragazza della nazionale francese che speriamo riesca a portare avanti la squadra e dare un bel contributo almeno su due attrezzi”.
Quali sono gli obiettivi per questa nuova stagione agonistica?
“Cercheremo di fare il massimo per difendere la nostra possibilità di restare nella massima serie con la speranza in futuro di essere tra le protagoniste cioè fra i primi 5 posti della classifica nazionale. Nell’ultimo periodo, abbiamo piegato la schiena e abbiamo lavorato contro gli infortuni e contro alcune difficoltà logistiche. Pur avendo una struttura a nostra disposizione tranne che per alcuni giorni della settimana, cerchiamo di organizzarci in maniera tale da permettere alle nostre ragazze di avere le ore necessarie per poter far fronte a quelle che sono le richieste sul lavoro di alta specializzazione. La nostra prospettiva è quella di avere la possibilità di incrementare le attrezzature, il numero di ore e tante altre cose che al momento non abbiamo al cento per cento; però, nonostante questo, ringraziamo chi ci ha dato una mano per poter andare avanti!”.
Quest’anno il campionato sarà diverso rispetto agli anni passati. Cosa ne pensate di questa novità?
“Penso che il lavoro fatto dal direttore tecnico nazionale sia molto buono, noi ci affidiamo a quelle che sono le indicazioni cercando di fare il massimo nel nostro piccolo. Con quello che abbiamo cerchiamo di essere presenti tra le grandi e cerchiamo sempre di essere sulla linea indicata e di collaborare nell’interesse della federazione attraverso l’importante opera del direttore tecnico del comitato regionale Marche, Elena Konyukhova, e grazie alla mia testardaggine e al mio modesto apporto come preparatore fisico e tecnico”.
Come descriveresti il rapporto con le tue ragazze ed in particolare con le tue due figlie?
“Sono contento, ho la fortuna di avere delle ragazze che hanno una voglia incredibile di lavorare e che si impegnano tanto, a volte, anche in condizioni impossibili e pur basandoci su criteri scientifici della metodologia dell’allemento spesso dobbiamo ricorrere a sistemi “artigianali” per renderli operativi. Nonostante alcune difficoltà, riusciamo a portare avanti un ottimo lavoro con obiettivi tecnici ed educativi molto alti e con la voglia di realizzare un luogo in cui, oltre all’educazione, ci sia la realizzazione dei sogni delle nostre ginnaste. Per quanto riguarda le mie due figlie, cerco di comportarmi come un padre che deve mettersi fuori dall’uscio e come un allenatore che deve imparare a rispettarle”.