Si può vincere e perdere nello stesso momento? Lo insegna la Ferrari, che a Silverstone riesce nell’impresa. Non lo era di certo tornare alla vittoria, visto che la macchina funziona alla grande e che si partiva dalla pole, sia nella prima partenza, che per fortuna anche dopo il botto iniziale. Semmai, erano i precedenti sei GP in cui si era raccolto, per errori e sfortuna, meno del previsto. Ma l’impresa, dicevamo, è che un successo sia stato trasformato in uno psicodramma per il Mondiale dall’ennesima cantonata strategica. La Ferrari, intesa come monoposto, è riuscita bene, spesso le tattiche no.
E’ da iscrivere in questo mucchio ormai corposo la scelta scellerata di non chiamare Leclerc ai box per montare le gomme soft e giocarsela negli ultimi otto giri dopo la safety finale con pneumatici freschi. Lasciare il monegasco in testa alla gara, ma con chi è dietro – appena dietro – con mescole soft nuove, è un suicidio strategico. Se si punta al Mondiale, Charles deve rientrare, a costo di sacrificare Sainz per difendersi da Hamilton, oppure facendo entrare entrambi e lasciandoli liberi di giocarsela. Qui sì che ci stava il doppio pit stop, non come quello visto nel disastro del Canada. Sarebbe di certo rientrato anche Hamilton, e così via tutti quelli che lo seguivano. Per sapersi difendere, bisogna sapere attaccare. Per puntare al Mondiale, bisogna essere aggressivi, ma soprattutto prendere una decisione e stabilire le gerarchie. Come ha fatto la Red Bull con Verstappen e Perez, come fece la Mercedes con Hamilton e Bottas. Nella gara in cui tra l’altro il campione del mondo in carica va in difficoltà, è gravissimo rosicchiargli appena sei punti con Leclerc, che peraltro ne perde altrettanti da Perez, che lo precede sia oggi – sverniciandolo negli ultimi giri, che disastro – che nella classifica piloti.
Ma quella di Gran Bretagna è anche la gara della Mercedes, nel bene e nel male. Primo ritiro e prima volta dunque fuori dalla top-5 per George Russell, protagonista di un grave incidente al via del quale vale la pena soffermarsi per sottolineare quanto Guanyu Zhou sia stato fortunato a gareggiare nel 2022 con l’Halo a proteggerlo da una certa decapitazione. Tre anni fa, il cinese probabilmente sarebbe rimasto ucciso dal terribile scontro che ha reso la sua Alfa Romeo un proiettile talmente impazzito da decollare oltre le barriere, spaventando persino il pubblico di Silverstone. Che, dicevamo, è il grande riscatto del team di casa, che con Lewis Hamilton trova un altro podio. E il sette volte campione, va detto, avrebbe potuto addirittura vincere: con una sapiente gestione delle gomme, è riuscito a renderle prestazionali anche quando la Ferrari aveva avuto un importante degrado, rosicchiando secondo dopo secondo a Leclerc e Sainz. Passo gara strepitoso quello di Hamilton, sicuramente migliore rispetto alla Ferrari, più con gomma media che con la hard. Manca la controprova legata a Verstappen, protagonista di una gara disastrata per via della foratura che ha danneggiato il fondo, ma la certezza è che il britannico era il migliore in pista per larghi tratti. Se il suo pit stop non fosse stato così lento, probabilmente sarebbe rientrato in lotta per la leadership. Inoltre, la sua partenza delle ore 15, quella poi annullata per l’incidente, era stata strepitosa e col suo passo lo avrebbe proiettato a ridosso del primo posto, mentre la seconda partenza non è buona. Poi, nel finale, ha l’occasione di passare Sainz e Leclerc, ma deve difendersi da un Perez con una vettura migliore e chiude con un onorevole terzo posto. Che dimostra i progressi in casa Mercedes, a cominciare dal porpoising che non c’è quasi più. E la schiena di Lewis ringrazia.