Un avvio da dimenticare a fronte delle grandi attese: Sebastian Vettel è già sotto accusa, per il terzo anno di fila, forse un po’ troppo presto. Questa stagione, però, rappresenta un punto di svolta per la Ferrari chiamata a confermare gli ultimi due anni di forte crescita in un 2019 di assalto al titolo, soprattutto dopo il cambio di strategia con l’innesto di Charles Leclerc. È proprio il monegasco a metter fretta a ‘capitan Seb‘, chiamato a gestire la squadra e a collaborare con il giovanissimo compagno. Lo stesso Leclerc durante il pre-stagione, nei test e addirittura dopo aver conquistato la pole in Bahrain ha sottolineato il fatto che stesse ancora apprendendo ‘il mestiere dei grandi’ dal quattro volte iridato. Ma dopo sole due gare ci troviamo a commentare tutta un’altra situazione con un Vettel chiamato a rispondere ai suoi errori e con un Leclerc osannato da tutto il mondo F1 e dai rivali, anche da Hamilton che in lui vede un futuro campione dalle qualità eccellenti.
Ecco perché serve svegliarsi presto prima che sia troppo tardi: a Maranello c’è una stella pronta a brillare e pronta a rubare la scena a un pilota che è in cerca sé stesso dopo gli anni vincenti in Red Bull. Vettel è in difficoltà e questo non è accettabile. Ancor di più se questa pressione di dover primeggiare porti il tedesco a commettere sempre i soliti errori, ancora una volta contro Hamilton. In Bahrain l’ennesimo capitolo di Lewis che beffa Seb con il ferrarista che si fa male con le proprie mani. Un duello ruota a ruota, entusiasmante ma capitolato alla vecchia maniera. La Mercedes va via, vola verso la vittoria mentre la Ferrari numero 5 si gira e questa volta, oltre ad aver cestinato la vittoria, rompe l’ala per le vibrazioni eccessive. Il tutto mentre Leclerc girava da campione e gestiva la gara nel migliore dei modi fino al problema tecnico che lo ha relegato sul terzo gradino del podio.
Ed è così che Charles a 21 anni, quantomeno, può vantare il primo podio in carriera, il primo giro veloce, la prima pole position: il tutto in un unico weekend dove è mancata solamente la vittoria, non per colpa sua. Numeri da Vettel, numeri di quel pilota tedesco che nel 2008 stupì in Toro Rosso prima di aprire un capitolo vincente in Red Bull abbattendo record su record. Forse a Seb manca un po’ quella spensieratezza anche se i maligni vedono un pilota eccessivamente emozionale che se messo sotto pressione, da rivali o compagni, esterna il peggio di sé. L’alchimia con Raikkonen probabilmente era tutta un’altra cosa, con la Ferrari affidatasi a un unico pilota per cercare di fermare il dominio Mercedes. Ma dopo soli due GP ci troviamo a commentare un Leclerc davanti a Vettel nel Mondiale piloti, un Leclerc con una pole position in più rispetto a Vettel: un Leclerc semplicemente più convincente a fronte di un Vettel identico alle passate stagioni, forse ancor più nervoso. Da capitano della Rossa ci si aspettano altri risultati e un altro atteggiamento in pista. Serve una svolta, serve darsi una svegliata perché Charles è pronto a rubare la scena e a ribaltare le gerarchie. In fondo in Australia ha chiesto il sorpasso, poi non concesso, in Bahrain ha rimontato Seb dicendo ‘vado più forte di lui’. A Melbourne il monegasco è arrivato alle spalle del tedesco ma moralmente, forse, poco conta. Per prestazioni siamo 2-0 per Charles e Vettel ha bisogno di un gol immediato per riaprire la sfida interna.