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E’ uno dei circuiti più amati da piloti e appassionati e fa il suo ritorno dopo due anni di stop per il Covid-19. L’ultima edizione, nel 2019, sembra un’era geologica fa: vinse Bottas su Mercedes, alle sue spalle le due Ferrari di Vettel e Leclerc, che erano partite in prima fila. E le qualifiche erano state spostate a domenica mattina per via di un tornado. Stiamo parlando, ovviamente, del Gran Premio del Giappone, l’otto(volante) di Suzuka e di emozioni in terra nipponica, dove su una pista ad altissimo carico aerodinamico si assiste sempre a grandi gare. Ed è qui che Max Verstappen può chiudere ogni discorso in chiave titolo, visto che per la prima volta dipende solo da lui: per rendere “inutili” le ultime quattro del Mondiale, dovrà vincere con il giro veloce, in modo tale da totalizzare 26 punti e guadagnarne così come minimo otto su Leclerc, proprio quelli che servono per arrivare a un vantaggio di 112 punti quando in palio, nelle ultime quattro, ce ne saranno esattamente 112. E a parità di punti, ricordiamo, contano le vittorie in stagione, dato in cui l’olandese è già certo di primeggiare.
Una vittoria nella casa della Honda, che ha fornito fin qui i motori a Red Bull, che su quel modello ora produce il proprio, sarebbe un ottimo modo per chiudere una stagione trionfale. Per la Ferrari, invece, evitare di far vincere Verstappen già in questo back-to-back giapponese è l’obiettivo. Come? Vincendo, probabilmente puntando su Leclerc e non su Sainz che appare appannato in questa fase. I podi non sono mancati nelle ultime uscite, ora però serve tornare sul gradino più alto e serve farlo disperatamente.
Al di là del possibile titolo nelle mani del campione in carica, ma con le ombre pesantissime sulla Red Bull dell’imminente sentenza sulle violazioni del budget cap, il tracciato del sol levante sarà sicuramente un ottimo banco di prova per le abilità tecniche dei piloti e per la capacità di trovare il giusto setup. Una pista che, lo ripetiamo, va a esaltare l’efficienza aerodinamica delle vetture, presentando dislivelli altimetrici e una serie di curve veloci intervallate da curve molto lente. Un circuito vecchio stampo, con il famigerato “otto” che tutti gli appassionati conoscono e amano. Servirà velocità, quello è certo, ma anche tanta stabilità. Il carico aerodinamico sarà basso, il vantaggio da DRS poco consistente. Quattro invece le frenate impegnative, a fare la differenza sarà probabilmente anche la power unit e i consumi si prospettano come ingenti. Pirelli, per questo motivo, porta le gomme più dure della gamma: C1 per le hard, C2 per le medium e C3 per le soft. Ultima annotazione, quella degli orari: inutile dire che bisognerà alzarsi presto, alle 5 prove libere 1 e prove libere 3 venerdì e sabato, alle 8 le libere 2 e le qualifiche negli stessi giorni, la gara è domenica alle 7. Ma ne varrà la pena.
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