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Lo scorso anno un finale drammatico, gli autoscontri, i team radio al veleno, lo scandalo Masi e chi più ne ha più ne metta, quest’anno Abu Dhabi si chiude a lieto fine per molti. Innanzitutto, per Max Verstappen, ormai fuori da ogni limite: vittoria numero quindici in una sola stagione, lasciando solo le briciole agli altri, e dunque a Leclerc che ne ha vinte tre, Perez due e una a testa per Sainz e Russell. Un dominio che in un certo qual modo è iniziato un anno fa proprio negli emirati a Yas Marina, nel modo che tutti conosciamo, e che invece in questa stagione è stato costruito, dopo un inizio complesso, gara dopo gara, vittoria dopo vittoria, record dopo record. L’olandese ha ambizione, è veloce, commette pochissimi errori, vuole tutto e tutto ottiene, anche a costo di non aiutare più di tanto il compagno Sergio Perez, che probabilmente è l’unico deluso di oggi.
Checo non riesce a chiudere al secondo posto e la Red Bull non completa la doppietta nella classifica piloti dopo aver vinto anche il titolo costruttori. A sorridere è allora Charles Leclerc, che con una gara fantastica e un passo da urlo anche con gomme usurate, fa pagare la strategia a una sosta e riesce a difendersi, in un serrato finale, dall’assalto del messicano. Secondo oggi, secondo anche nel Mondiale il monegasco, che riscatta così una seconda metà di stagione davvero in calando.
Sorride anche Sebastian Vettel, al quale va la gratitudine degli appassionati di questo sport. Quattro mondiali vinti, tanti bocconi amari con la Ferrari, ma il segno lasciato dal tedesco è di quelli che difficilmente si cancellano. Una griffe da fuoriclasse assoluto, da grande pilota e ancor prima grande persona, che mancherà al Circus. Sorride perché chiudere con un punticino su Aston Martin può sembrare poco, ma in realtà è un bel modo di salutare tutti. Allo stesso modo, anche Ricciardo chiude a punti e anche l’australiano è al passo d’addio, nel suo caso però non definitivo: sarà il terzo in Red Bull e spera di rientrare.
Ci sono anche dei delusi, inutile nasconderlo. Appunto Perez, che maledirà probabilmente quella gestione scellerata in Brasile con Verstappen che non lo ha fatto passare, mentre oggi dovrà prendersela coi box per una strategia a due soste che non paga. Tristezza anche per Lewis Hamilton, che quest’anno ha ritrovato competitività solo nel finale: non è bastato per vincere quella gara che gli avrebbe consentito di mantenere il record di almeno un Gran Premio vinto in ogni stagione, e la chiusura col ritiro fa male. Ritiro anche per Alonso, che chiude con Alpine e non sarà certo contento di far meno punti del compagno Ocon, cosa che gli era capitata solo altre due volte (una a pari merito) in carriera. Non sappiamo, infine, se Latifi è felice o meno di chiudere la carriera in F1 (dubitiamo possa tornare) con un ritiro: del resto è il modo in cui l’abbiamo conosciuto meglio.
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