Spa sorride ancora a Max Verstappen, alla terza vittoria qui, al decimo successo in questa stagione su dodici gare (secondo posto nelle altre due), ottavo di fila peraltro, e con il Mondiale ormai in tasca, tanto che può trascorrere le meritate vacanze con la consapevolezza che il terzo titolo è già suo e nessuno potrà competere ai suoi livelli da qua alla fine. Siamo al giro di boa, siamo all’ultima gara prima della pausa, in un insolito posizionamento a fine luglio per il GP del Belgio, con la solita pioggia, qualche emozione ma sempre sulla falsariga di una stagione un po’ soporifera. E alla fine, è doppietta Red Bull, con il Checo Perez bravo a passare subito Leclerc ma poi oltre venti secondi più lento rispetto all’olandese, che ha rimontato in un batter d’occhio dalla sesta casella, lui che un anno fa aveva vinto qui partendo addirittura dalla quattordicesima piazza.
Insomma, non c’è stata storia, il copione è sempre lo stesso, c’è Verstappen che fa gara a se, che si prende pure uno spavento quando stava quasi per perdere la vettura, che poi fa anche lo sbruffone chiedendo via radio se può spingere per aprire un gap tale da potersi fermare e allenare così i suo meccanici con un pit stop. E infine, che litiga ancora con Lambiase, bravo a tenere a bada la personalità strabordante di Super Max. Un binomio perfetto, anzi due: quello tra il classe 1997 e il suo ingegnere, quello tra il pilota e la macchina, e così resta solo da chiedersi quando si chiuderà aritmeticamente la corsa al campionato: forse con sei gare d’anticipo, se terrà questa media su chi insegue, forse persino prima, e a quel punto batterebbe il record di Schumacher. Non sarebbe lesa maestà, perché ormai Max è francamente a quei livelli lì, nel gotha della F1.
Lì dove cerca un posticino anche Charles Leclerc, sperando nel 2024, visto che quest’anno non c’è storia, e anzi spesso la Ferrari è andata oltremodo in difficoltà, scivolando persino a quarta-quinta forza del Mondiale. Non a Spa, per fortuna, e dire che non sembrava una pista particolarmente amichevole: invece, la Rossa è tornata a vita, ha centrato la pole agevolata dalle penalità di Verstappen, ha dimostrato come l’equazione sia semplice: più si parte avanti in griglia, più sarà facile centrare il podio, difendendosi dai rivali che, proprio come il Cavallino, hanno delle pecche.
La gestione gomme, alla fine, oggi è stata buona, ogni scelta è stata presa in modo tempestivo e corretto, Leclerc ha chiuso a ridosso di Perez e tenendo a bada Hamilton, un podio che dà fiducia in vista della seconda parte di stagione e soprattutto in vista di Monza, dopo la brutta sbandata tra Silverstone e l’Ungheria. Peccato però che per la scuderia di Maranello non ci sia la possibilità di massimizzare al meglio: se il monegasco ottiene il miglior risultato possibile visto lo strapotere Red Bull, dall’altra vettura, quella di Carlos Sainz, c’è lo zero di fatto causato al primo giro con la collisione con Piastri, le cui colpe sono ben distribuite, anche se il ritiro avviene a metà gara. L’obiettivo in Olanda e poi a casa nostra è quello di portare entrambe le macchine in lotta per il podio, l’unico modo per rendere concrete le ambizioni di tornare a competere nella prossima annata.