Così non vale. E’ una Red Bull, ma soprattutto un Verstappen semplicemente devastante e ingiocabile in Belgio, una delle due piste di casa dell’olandese. L’estate non ha fatto abbassare la guardia del pilota olandese, che anzi torna più imprendibile rispetto al già dominato Gran Premio in Ungheria e un mese dopo a Spa c’è una delle gare più facili per il campione del mondo in carica, che vince con distacchi siderali. Peccato però che il classe 1997, così come a Budapest, anche oggi scattava dalle retrovie. Quattordicesimo lui, quindicesimo Leclerc, Verstappen però arriva primo e il pilota della Ferrari, dopo una serie di vicissitudini, è solo sesto.
E insomma, c’è poco da dire: oggi la differenza prestazionale tra l’olandese e tutti gli altri, anche lo stesso Perez che fedele scudiero è secondo dopo la solita dormita alla partenza, era veramente troppo evidente, forse per la prima volta in tutta la stagione in cui le differenze con la Ferrari erano invece apparse decisamente ridotte. Davvero un brutto guaio per chi poteva sperare in una lotta Mondiale, 98 punti adesso tra Verstappen e Leclerc, con Perez a novantatré capace di scavalcare il monegasco, che per sue colpe perde due ulteriori punti quando all’ultimo giro il team lo richiama per tentare almeno il giro veloce, ma lui non era d’accordo e rientra controvoglia, sbagliando la tempistica per schiacciare il bottone del limitatore e prendendo cinque secondi di penalità, e dunque una posizione. Per il Cavallino c’è Sainz, che partiva dalla pole, a salire almeno sul podio, un terzo posto che oggi visto il passo gara mostrato dalle due scuderie che si stanno giocando il titolo era probabilmente il meglio che si poteva fare. E fortuna che lo spagnolo è riuscito a tenere dietro un minaccioso Russell, con una Mercedes tornata a vita dopo le qualifiche deludenti. Così come delude l’errore di Hamilton, che colpisce Alonso al primo giro ma va fuori lui, e si prende anche gli insulti dell’asturiano che arriva poi quinto.
Per voltare pagina, c’è subito l’Olanda. Si va in casa, quella vera, di Max, ma può essere una pista favorevole alla Ferrari con tante curve e un solo rettilineo. Bisogna però cambiare passo, in tutti i sensi: la lotta Mondiale sembra chiusa a sette gare dal termine, e con questi distacchi clamorosamente ampi intanto bisogna pensare step by step e arrivare a Zandvoort con l’umiltà di chi sa di avere tanto da sistemare.