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E’ il day after del Gran Premio d’Olanda, ma è anche già tempo di focalizzarsi su Monza. Tre gare di fila in F1 sono manna dal cielo, peccato che stiano però mettendo in luce soltanto la bontà del lavoro della Red Bull, che con Verstappen svernicia tutti a suon di prestazioni e anche con un po’ di fortuna. D’altronde, un campione sfortunato si è visto raramente nel Circus. Analizzando la gara sul circuito di Zandvoort, emerge nettamente come il successo del padrone di casa, l’ennesimo con tanto di Mondiale bis ormai a un passo, sia arrivato in virtù di un predominio che, seppur evidentemente meno netto rispetto al Belgio, resta comunque non preventivato su un tracciato che, come caratteristiche, non era esattamente affine a quelle della vettura austriaca.
Invece, la Ferrari ha dovuto mangiare ancora una volta la polvere, anche in un circuito senza rettilinei se non quello di partenza e con tante curve. La Mercedes, invece, prosegue sul solco delle buone prestazioni di questa seconda metà di anno, ma sbaglia clamorosamente strategia con Hamilton, dopo invece aver azzeccato la scelta di montare le gomme bianche con entrambi i piloti per fare una sola sosta e di fatto giocarsela per la vittoria. La virtual safety car per Tsunoda (follia o quasi, la sua) era stata una mazzata, visto che Verstappen aveva potuto fare un pit stop dimezzando i tempi e riportandosi al comando, ma la safety car per Bottas aveva riportato tutto in discussione. A quel punto, era chiaro che sarebbe stato necessario rientrare per montare le gomme rosse con entrambi i piloti, e non con il solo Russell per difendere il podio, poi in effetti arrivato. Hamilton viene lasciato in pista con le gomme gialle usurate, dietro ha Verstappen che con coraggio decide di fermarsi a costo di perdere la posizione, conscio che in pista non ce n’era per nessuno.
E infatti, un po’ come ad Abu Dhabi l’anno scorso, alla prima occasione utile il classe 1997 si fa beffe del sette volte campione del mondo. Un po’ come la Ferrari a Silverstone, quando preferirono lasciare in pista Leclerc con le gomme usurate ma in testa alla gara, mentre Sainz e gli altri le avevano cambiate e non avevano poi avuto difficoltà a passare il monegasco. Proprio Leclerc, comunque, riporta la Ferrari sul podio ed è protagonista di una buona gara. Un po’ anonima, forse, ma con il passo del Cavallino non era possibile ottenere di più, e quel pit stop in condizioni normali quando un giro dopo Tsunoda avrebbe poi provocato una virtual safety car (si poteva aspettare dai box di Maranello, visto quanto accaduto al giapponese un giro prima) grida vendetta, mentre Sainz è stato vittima di sfortuna ed errori, la solita storia.
Analizzando il passo gara, è chiaro come Verstappen sia stato il più performante in pista con qualsiasi gomma abbia lui montato. Partito con le gialle, poi passato alle hard, quindi l’ultimo stint con la miscela più morbida. La prima parte di gara è comunque stata la migliore per la Ferrari, che ha perso soltanto – si fa per dire – due decimi in media al giro rispetto a Verstappen con Leclerc. Proprio l’olandese è stato il più veloce nello stint di partenza, confermandosi nel proseguo della gara. 1.15.69 il passo gara medio di Verstappen, soltanto Russell è riuscito ad avvicinarsi restando sotto il muro dell’1.16.00. Male Sainz e Perez, sovrapponibili i dati di Hamilton e Leclerc. Ma la vittoria del leader del Mondiale e campione in carica non è in discussione.
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