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Max Verstappen dominatore incontrastato anche in Spagna, dove arriva la quinta vittoria su sette, la settima su sette, anzi sette e mezzo su sette e mezzo per la Red Bull considerando quelle di Perez che ha conquistato anche una sprint. Non c’è partita, non c’è gara in questa F1 nella quale sembrano improvvisamente spariti gli incidenti e gli errori in pista, ormai un po’ prigioniera di strategie, gomme, gestione esasperata. Ed è anche così che uno fumantino come l’olandese riesce invece con calma serafica a fare corsa a sé, venendo inquadrato solo per i pit stop e vincendo quasi in sordina. Blindato il suo terzo titolo Mondiale di fila, anche se qualche brivido se lo prende lo stesso: la bandiera bianconera testimonia quanto sia sbruffone, ma nel senso positivo del termine, e quanto sia due spanne sopra tutti gli altri, mai domo e sempre a caccia del suo limite.
Qual è la novità allora di un GP di Spagna non entusiasmante sul fronte dello spettacolo, anche se comunque godibile fino alla fine? Leggere alla voce Mercedes, finalmente tornata a vita in modo forse definitivo. Gli aggiornamenti hanno funzionato, portato velocità e soprattutto ritmo, e così dopo le non buone qualifiche di ieri oggi in gara si è visto il reale potenziale di una vettura che qualche GP fa sembrava persino più vicina al pacchetto di mischia che ai migliori. E invece, le gerarchie potrebbero essersi ribaltate: ora la scuderia britannica è meglio persino della Ferrari, sempre più modesta e involuta, mentre l’Aston Martin, che pure è sesta e settima, non da buttar via, fa i conti col primo weekend non proprio entusiasmante, e Alonso non sarà certo felice sia capitato proprio a Barcellona.
Tornando al Cavallino, è deprimente vedere una macchina che non rende e che non offre il meglio ai suoi piloti. Partendo da Sainz, è chiaro che il secondo posto in griglia ottenuto ieri andava quantomeno confermato in una gara che si è svolta regolare e senza Safety Car, Virtual e nemmeno mezza bandiera gialla: ma il ritmo nei confronti dei competitor, persino dell’Alpine, è stato assolutamente insufficiente ed è così che dalla possibile seconda posizione si è scivolati, precipitati, fino alla quinta. Ancora peggio, se possibile, con Leclerc, partito dalla pit lane dopo il disastro di ieri. Presumibilmente problemi all’ibrido, ma oggi non ne funziona una: arriva fuori dalla zona punti, una rimonta di Pirro che frutta solo l’undicesima posizione e tanto nervosismo col muretto per la scelta delle gomme. Il monegasco è furibondo e sa che non si può più continuare su questa strada: ne va della sua stessa permanenza a Maranello.
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