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Max Verstappen nel pomeriggio odierno si è concesso ai microfoni dell’Associated Press per discutere di un tema piuttosto caldo in queste ultime settimane, ossia il comportamento molesto degli spettatori in occasione di alcuni weekend di gara: “Penso che debba dipendere dall’organizzazione della F1, perché sono loro che ospitano e lavorano insieme ai promoters per far entrare le persone. Non ho il controllo di ciò che fanno gli spettatori. È lo stesso con qualsiasi sport, non hai il controllo di ciò che i fans faranno. Ma se hai molta sicurezza in giro, potrebbero influenzare ciò che le persone stanno facendo sulle tribune. Così non dipende solo dai piloti. Non è solo l’Austria, penso che sia successo dappertutto”.
Il campione iridato crede però che il problema sia molto più complesso, e affondi le sue radici nella società in generale: “Puoi mettere a posto molte cose, ma alla fine tutto si riduce all’istruzione fin dalla più giovane età: dove sei cresciuto, dove sei andato a scuola – ha detto Verstappen -. E’ qualcosa che inizia molto presto, in giovane età, che li porta a pensare che il loro comportamento sia normale.
Trovare una soluzione però non è semplice, come dimostra il paragone con i tifosi negli stadi di calcio: “Bannarli da delle gare in futuro è una penalità che mi trova d’accordo, ma cambierà il modo di comportarsi e di pensare di quella persona? Probabilmente no. È lo stesso nel calcio, dove le persone vengono squalificate dagli stadi, ma ciò non significa che qualcuno tra cinque anni non lo faranno più”, ha detto Verstappen. “Potrebbero anche rischiare una squalifica dallo stadio, perché alcune persone non pensano, o semplicemente fanno quello che vogliono”.
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