Non strapotere Red Bull, ma strapotere Verstappen. E la Ferrari ingoia un boccone amaro, provvisorio sì, ma che non lascia affatto ben sperare. Le qualifiche del GP di Imola sono trionfali per il pilota olandese, che dopo aver faticato – ed essersi lamentato – al venerdì, ritrova le certezze perdute nel momento più importante, specie su una pista dove sorpassare non è impossibile, ma comunque complesso, e si prende una pole position di prepotenza, di dominio, e anche da record, perché come Prost sono sette di fila da inizio stagione, e come Senna sono otto consecutive se si conta anche Abu Dhabi dello scorso anno. E in carriera, siamo a 39, un numero invidiabile vista anche la sua ancor giovane età . Rispetto a Miami, dunque, Max cerca semplicemente di portare a termine la missione: non può certo accontentarsi della semplice pole, lui vuole anche la vittoria e domani parte da assoluto favorito. E se si pensa che al primo mezzo errore Sergio Perez è stato sbattuto fuori dal Q3 (oltre all’incidente nelle FP3), emerge con chiarezza come in questo momento non sia la macchina a fare la differenza, ma il manico.
Come a Miami, però, i primi inseguitori non hanno la livrea di colore rosso ma sono gli arancioni della McLaren, che dimostrano di aver fatto centro con gli aggiornamenti portati sulla macchina di Norris negli Usa e anche sulla vettura di Piastri in questo weekend. E l’australiano alza subito l’asticella piazzandosi in prima fila, ma successivamente viene penalizzato per un impeding su Kevin Magnussen in Q1 che lo costringe a scattare dalla quinta posizione, che in ogni caso non cancella quanto fatto vedere dal numero 81. E il compagno britannico, a confermare come la candidatura a seconda forza del team di Woking sia prepotente e non poco, guadagna una posizione e partirà al fianco del dominatore di questo sport negli anni ’20.
E poi c’è la Ferrari, che delude un po’ soprattutto viste le premesse. Leclerc ha dominato le prove libere di ieri e gli aggiornamenti portati dal Cavallino sono parsi subito funzionali, la resa però sul giro secco non è stata ottimale e c’è da fare i conti con una seconda fila per Leclerc e Sainz. Non malissimo in termini generali, ma siamo in Italia e l’euforia era a mille, mentre su una pista dove superare non è affatto facile per conquistare il podio e avvicinarsi alla utopistica speranza di vittoria servirà fare qualcosa di vicino a un miracolo, sperando magari in una Safety Car piovuta dal cielo.