C’è chi a 21 anni ha da poco debuttato in Formula 1, chi invece spera nel salto di categoria dalla F2 e chi alle spalle ha già quattro stagioni intere nella classe regina. Quest’ultima categoria non è ricca di piloti, anzi: si entra in un’élite dove rientrano solamente i predestinati o quelli che, in un modo o nell’altro, hanno bruciato le tappe per raggiungere il punto più alto del motorsport. Max Verstappen è uno di questi anche se nel corso dell’ultimo anno ha voltato pagina diventando un pilota migliore sotto tanti punti di vista, sempre più amato e seguito dagli appassionati e dalla marea orange che riempe i paddock di tutto il mondo per un tifo davvero esclusivo.
LA TRASFORMAZIONE – Il leoncino si è trasformato, non è più quello di una volta. Scordiamoci dei maxi-crash del suo esordio nel 2015 in Toro Rosso o delle sue manovre azzardate al primo anno in Red Bull nel 2016, stagione nella quale conquistò la sua prima vittoria (per altro al debutto su RB in Spagna) diventando così il pilota più giovane nella storia ad aver vinto una gara in F1 a 18 anni, 7 mesi e 15 giorni. Un traguardo conquistato appena maggiorenne con la grinta, la testardaggine e un pizzico di spavalderia che contraddistingue però i ragazzini definiti ‘bad boys‘ dai grandi della F1. Scordiamoci dei regolamenti dei conti con gli avversari in pista, con le ruotate volontarie per danneggiare il proprio rivale e di altri caos creati lungo i suoi primi anni in F1. Il Verstappen del 2019 è un altro Verstappen e questo è visibile agli occhi di tutti.
NUMERI DA URLO – Un pilota così può puntare alla vittoria del Mondiale, specie se si tratta di un pilota alla guida di una macchina che teoricamente dovrebbe rappresentare la terza forza del campionato. Max va oltre le potenzialità della sua monoposto e nelle sette vittorie in carriera probabilmente solamente le due registrate in Messico (2017 e 2018) sono arrivate grazie al dominio della Red Bull sulla concorrenza. Nelle restanti cinque, comprese le due di quest’anno in Austria e in Germania, è sempre stato capace di sfruttare i momenti complicati dei rivali. E infatti, ultimamente, dove non c’è la Mercedes c’è Verstappen. Ma ancor più impressione fanno il numero di gare consecutive in top-5 a confermare una costanza paurosa degna di un pilota concreto e sempre sul pezzo: nelle ultime 20 gare, partendo da Spa-Francorchamps 2018, Verstappen si è sempre piazzato tra i primi 5 finendo per ben 11 volte sul podio per un totale di tre vittorie.
IL MONDIALE SI PUO’ RIAPRIRE – Vittoria, giro veloce e doppio zero per la Mercedes. Se al Mondiale serviva una scossa, essa è arrivata nella piovosa domenica di Hockenheim. Dal caotico Gran Premio di Germania l’olandese ha recuperato 24 punti su Hamilton e 26 Bottas, entrambi caduti in una giornata no e il distacco dai due Mercedes si è sensibilmente ridotto (Hamilton a 225 con Bottas a -39 e Verstappen a -63). Ma quello di Hockenheim non è un lampo nel buio, anzi: Verstappen a Silverstone è stato privato di un secondo posto praticamente certo a causa del tamponamento di Sebastian Vettel nei giri finali. In Austria, invece, oltre ad aver conquistato la vittoria, in qualifica era riuscito a piazzare la sua Red Bull in seconda posizione sfruttando la penalità di Hamilton. E in Germania, grazie al secondo tempo in qualifica, ha messo nuovamente il muso sulla prima fila riuscendo a reagire alla disastrosa partenza ed avendo la meglio sulla concorrenza.
Due vittorie nelle ultime tre gare, più un podio mancato non per colpe proprie: per la prima volta in carriera Verstappen è il primo inseguitore del duo Mercedes e nelle prossime gare il leoncino, con questo passo, può seriamente riaprire una lotta mondiale che fino a pochi giorni fa sembrava naufragata nel dominio Mercedes.