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Il Gran Premio del Giappone si è da poco concluso, e, con la vittoria di Max Verstappen che gli vale anche il mondiale, è tempo di fare un resoconto della stagione di Formula Uno. Quanto visto a Suzuka può benissimo essere considerato un concentrato esemplificativo di quello che è stato il 2022 del Circus: un anno che doveva essere un grande punto di svolta, una nuova pagina di questo sport dopo un 2021 disastroso. Invece, si è trattato di un altro anno complicato, forse destinato piano piano a spegnersi per la comunque netta superiorità del pilota olandese della Red Bull.
Trattori e scelte approssimative: la domenica nera di Suzuka
Protagonista in negativo è la FIA, facile bersaglio di critiche per scelte che molte volte sembrano prese “a caso”, semplicemente perché incoerenti da una settimana all’altra e in generale molto discutibili. Prendiamo come riferimento, appunto, il GP del Giappone. Il circuito nipponico viene investito da un’imponente pioggia torrenziale, e a risentirne sono sia le condizioni del tracciato (che comunque si rivela ottimo, ma è inevitabile la formazione di pericolosissimi rigagnoli d’acqua) sia, soprattutto, la visibilità, che portano i piloti a non poter accelerare in pieno nemmeno in rettilineo. Si parte però dalla griglia, e con gomme intermedie: scelta scellerata che porta all’uscita di pista di Carlos Sainz, il quale rimbalza in mezzo alla pista; in qualche modo, i piloti riescono ad evitarlo, sventando le possibilità di incidenti gravi.
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Un rischio che viene riproposto quando vengono fatti entrare in pista due trattori per rimuovere la vettura del ferrarista. La coincidenza è terribile, perché ridesta nelle menti di tutti i piloti, gli addetti e gli appassionati quanto accaduto sullo stesso circuito, con le stesse condizioni meteo e con la stessa dinamica nel 2014, quando Jules Bianchi andò a schiantarsi contro una gru intenta a rimuovere la vettura di Adrian Sutil: dopo nove mesi di coma venne annunciata la morte del pilota. I piloti, su tutti gli amici più stretti, Pierre Gasly e Charles Leclerc, sono letteralmente impazziti per questa clamorosa scelta della FIA: per quanto possa essere in linea con il regolamento, appare davvero inspiegabile e pericolosa. Infatti, tanti altri piloti si sono uniti al coro di proteste, con anche il padre di Jules, Philippe, intervenuto sulla questione.
DRAMMA SFIORATO CON GASLY (VIDEO)
Si passa, poi, alla ripartenza, che arriva con poco meno di 50 minuti rimasti sul cronometro delle tre ore totali per concludere la giornata di gara. Il punto focale, qui, riguarda gli ultimi istanti di gara. Leclerc e Perez sono in lotta per la seconda posizione, con il ferrarista che finisce lungo nell’ultima chicane, rientrando appena davanti al messicano. La direzione gara valuta l’episodio da sanzionare, infliggendo 5″ di penalità al monegasco, reo di aver tratto vantaggio dalla manovra. Una decisione che appare discutibile, ma a colpire è la celerità con cui essa è arrivata. Infatti, dall’episodio all’annuncio della penalità sono passati circa due minuti, esattamente il tempo necessario ai piloti per arrivare al parco chiuso. Una scelta che stride con le ere geologiche che a Singapore erano state impiegate per decidere sulla penalità da infliggere a Perez (che venne tra l’altro graziato, mantenendo la prima posizione davanti a Leclerc). Per non parlare della questione budget cap, che verrà risolta solo domani. Si spera.
Formula Uno, Verstappen campione inconsapevole
Colpi di scena terminati? Assolutamente no, perché la FIA è in forma smagliante. Nell’incredulità generale, e dello stesso Verstappen, l’olandese scopre di essere diventato campione del mondo di Formula Uno per la seconda stagione consecutiva. Questo perché sono stati assegnati i punti pieni, previsti quando si percorre almeno il 75% dei giri totali previsti. Peccato che 28, il numero di giri effettivamente completati, non sia il 75% di 53, ovvero, appunto, il numero di tornate programmate per la gara di Suzuka. Ora, visto che la matematica non è un’opinione, il 75% di 53, arrotondando, sono 40 giri; ben lontani dai 28 odierni. La riprova del fatto che assegnare i punti pieni perché la gara è stata comunque portata a termine sia una scelta spiazzante è data dal lungo tempo intercorso tra l’annuncio a Verstappen e l’ufficialità data dalla stessa Formula Uno e dalla Red Bull: insomma, nessuno riusciva a spiegarsi come fosse possibile.
Si tratta di una scelta cruciale, perché è solo grazie a questa scelta che Verstappen è riuscito a laurearsi campione, con 113 punti di vantaggio su Perez, uno in più dei 112 ancora disponibili. Con l’assegnazione di punti corretta, ovvero quella prevista in gare concluse tra il 50% e il 75%, infatti, la classifica avrebbe visto il messicano ancora in lizza con 111 punti di distacco. Ovvio, ai fini concreti si tratta di una differenza di poco conto, ma nel concreto è un altro punto oscuro della gestione FIA. Una serie di scelte approssimative a cui ormai ci stiamo abituando, ed è questo il problema: così, infatti, l’intera Formula Uno perde sempre più di credibilità.
LA NOTA DELLA FIA SULL’ASSEGNAZIONE DEI PUNTI
LE DICHIARAZIONI DI VERSTAPPEN
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