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Chi non muore si rivede. Il Gran Premio del Canada c’era mancato, due anni di stop per il Covid sono tanti come altrettante saranno le incognite su una pista che manca in calendario ormai da un pezzo. Nel 2019 l’ultima edizione, ma nel frattempo la F1 è cambiata tanto. Qui dominava la Mercedes, ora è duello tra Ferrari e Red Bull. Appuntamento serale per il pubblico italiano, attesa a mille per questo back-to-back che si preannuncia forse come decisivo – siamo al nono di ventidue Gran Premi – per indirizzare la lotta al Mondiale.
La Ferrari è obbligata a vincere dopo il disastro di Baku con il doppio ritiro per problemi di affidabilità . La trasferta nordamericana deve portare tanti punti e consentire a Leclerc di tornare ad accorciare su Verstappen, oltre che al team di riportarsi sotto nella classifica costruttori. E’ un circuito ricco di incognite, dicevamo, ma la prima purtroppo è tutta interna al Cavallino, alla capacità di rialzare la testa dopo la terrificante batosta azera.
Quello di Montreal è un circuito semipermanente, lunghezza di un giro pari a 4.361 metri da ripetere 70 volte per un totale di 305,270 chilometri. E’ un circuito mediamente lento, con tanti stop and go che richiederanno ai freni un’importante lavoro e un carico aerodinamico ben bilanciato per poter essere veloci nei tre rettifili principali, il tratto del Casinò, il rettilineo dei box e il tratto prima di curva 10, ma in grado di percorrere al meglio le due curve lente previste e le continue frenate e ripartenze. Asfalto con pochissimo grip, ma scenari che cambiano notevolmente a gara in corso: ci ricordiamo pochi anni fa un disastro con le gomme che sono letteralmente decadute nelle prestazioni negli ultimissimi giri, per cui sarà fondamentale azzeccare finestre e strategia. Sorpassi decisamente facili su questa pista, con tratti veloci e larghi oltre a due zone per il DRS. La safety car è probabile: poche le vie di fuga, in caso di incidente molto probabile l’ingresso per ricompattare il gruppo in sicurezza. Infine, uno sguardo alle gomme. Così come già accaduto in Azerbaijan, anche in questo caso Pirelli porta le mescole più soffici della gamma: C3 per le hard, C4 per le medie e le C5 colorate di rosso per le soft in virtù della pochissima aderenza.
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