TITOLO: Senna
DURATA: 106 minuti
ANNO DI PRODUZIONE: 2010
‘Senna‘ è un docu-film del 2010 diretto da Asif Kapadia, distribuito nelle sale cinematografiche italiane l’11 febbraio 2011 e attualmente visibile attraverso la piattaforma streaming Netflix. Il documentario racconta, in ordine cronologico, la carriera del leggendario Ayrton Senna, pilota brasiliano nato a San Paolo il 21 marzo 1960 e morto durante il Gran Premio di San Marino il 1° maggio 1994. Immagini inedite, toccanti e reali, molte delle quali concesse direttamente dalla famiglia Senna. Un’esperienza da vivere e una storia da conoscere anche per chi non è appassionato di Formula 1.
Non aspettatevi la storia romanzata del ragazzo venuto dal nulla che passo dopo passo domina nel mondo dei grandi. Pur essendo nato in un Brasile alle prese con fame e povertà, Ayrton ha alle sue spalle una famiglia benestante. Papà Milton da Silva e mamma Neide Senna fin dai primi anni di vita hanno permesso al piccolo Ayrton di praticare la sua passione nel mondo delle corse. Dopo aver mostrato grandissime doti sui kart, vincendo numerosi trofei, Senna lascia il Brasile e parte per l’Europa per il salto di qualità nel ricco mondo della F1.
Basta poco al brasiliano per mettersi in risalto seppur con una Toleman, monoposto ben distante dalle prestazioni dei top-team. Sotto il diluvio battente di Monte Carlo, al Gran Premio del Principato di Monaco 1984 Senna parte dalla tredicesima posizione e giro dopo giro supera leggende come Nigel Mansell, Keke Rosberg e Niki Lauda. La pioggia monegasca esalta le abilità di Ayrton che nelle fasi finali del Gran Premio punta alla completa rimonta mettendo nel mirino Alain Prost e recuperandogli tre secondi a giro. Ma è una bandiera rossa a negargli la possibile vittoria ai danni del francese: una decisione della direzione gara arrivata proprio nel giro in cui Senna avrebbe potuto superare Alain e che tuttora è oggetto di discussione.
Nel 1985 dopo l’annata da rookie viene ingaggiato dalla Lotus e alla seconda gara, al Gran Premio del Portogallo di Estoril, conquista il primo successo doppiando gran parte dei piloti in gara. Anno dopo anno le prestazioni di Ayrton convincono il team principal della McLaren Ron Dennis a formare la coppia dei sogni: Senna-Prost, un binomio che verrà ufficializzato solamente nel 1988. E rieccoci a Monte Carlo con Senna che domina la scena, impone un gap impressionante di 55 secondi sul compagno di squadra salvo poi finire la propria corsa contro le barriere a 10 giri dalla fine della gara. “Non guidavo coscientemente – dichiarò il brasiliano – Mi trovavo in un’altra dimensione, il circuito per me era diventato un tunnel“. “Voleva umiliarmi – confessò Prost – non voleva semplicemente battermi“.
Ma quell’incidente nel Principato di Monaco rappresentò un vero e proprio punto di svolta per la carriera di Ayrton: da Monte Carlo in poi, infatti, il brasiliano vinse sei Gran Premi su otto prenotando così il match point per il primo titolo iridato in Giappone. Il 30 ottobre 1988 Senna sbaglia la partenza dalla pole position, scivola fuori dalla top-10 ma la sua guida brillante gli permette di perfezionare una delle più grandi rimonte della storia della F1 per poi esultare sul gradino più alto del podio e alzare, per la prima volta in carriera, il titolo (con tanto di festa a San Paolo il 15 novembre).
Il boom di Senna porta i primi malumori dall’altra parte del box tanto che nel 1989 nasce una vera e propria faida interna. “Here we go“: al Gran Premio del Giappone si decide il Mondiale e Prost, anche con un doppio ritiro insieme a Senna, potrebbe aggiudicarsi il titolo. Alla Chicane Casio Ayrton attacca all’interno il francese con Prost che furbescamente intraprende la curva in anticipo finendo inevitabilmente per entrare in collisione con il compagno. I due piloti si fermano oltre la chicane, Prost scende dalla macchina mentre Senna si fa aiutare dagli steward, riparte dalla via di fuga e vince la gara. Vittoria che però gli viene annullata per squalifica dopo qualche ora al termine del GP per non aver ripreso la gara dall’inizio della chicane e avendo utilizzato la via di fuga come “scorciatoia” (motivazione poco credibile che diede vita a uno scandalo mondiale). Prost vinse così il titolo Mondiale.
Senna si vendicherà l’anno dopo, ancora una volta in Giappone, causando un doppio ritiro che questa volta gli gioverà a proprio favore e che al contempo scaturirà le polemiche di tutto il mondo della F1 con un duro attacco del leggendario Sir. Jackie Stewart. E dopo aver conquistato il secondo titolo, nel 1991 arriva il terzo Mondiale (con Prost in Ferrari) dove Senna diventerà leggenda soprattutto per il Gran Premio del Brasile, davanti al suo pubblico, guidando gli ultimi sette giri con il cambio bloccato in sesta marcia: inconveniente che gli causerà notevoli problemi fisici nell’immediato post gara.
Festeggiato il titolo nuovamente in Giappone, Senna si prepara per un 1992 di sole delusioni con una McLaren poco efficiente a fronte del nuovo cambiamento tecnologico delle monoposto.
Prost nel 1993 vince il Mondiale in Williams, si ritira e la scuderia britannica punta su Senna come suo sostituto. Ayrton, però, non si trova a suo agio con la macchina. Una monoposto instabile e poco sicura: una vettura che lo tradirà al Gran Premio di San Marino. Il 1° maggio a Imola è il day-after la tragica morte in pista del pilota Ratzenberger. Senna lungo tutto quel weekend si mostrò preoccupato e in tensione, senza mai regalare un sorriso. La domenica si sveglia, legge un passo della Bibbia e parla di un regalo di Dio. Al 7° giro della gara, a causa di un problema tecnico, Ayrton perde il controllo della monoposto, finisce contro le barriere e muore. Una giornata storica, triste e toccante che viene e verrà ricordata per sempre anche dai non appassionati di F1. Ayrton rimarrà leggenda anche per questo.