Ci sono piloti che vanno in crisi quando vengono criticati, ci sono invece piloti che riescono a zittire i detrattori a suon di prestazioni. Sebastian Vettel ieri ha dimostrato di appartenere alla seconda categoria, nonostante tutto e tutti, con una rimonta mozzafiato dalla ventesima alla seconda posizione ritornando sul podio dopo tanto tempo.
HOCKENHEIM: UN ANNO DOPO – Vettel è tornato sul circuito tedesco dopo un anno dal famoso incidente che gli è costato, molto probabilmente, il mondiale con la voglia di riscattarsi quanto prima; come se volesse finalmente ricominciare a respirare dopo una lunga apnea. Il campione tedesco non è certamente arrivato nel migliore dei modi al suo gran premio di casa, perché le scorse prestazioni non sono state all’altezza e si è iniziata a mettere in discussione la sua rimanenza in Ferrari. Una situazione diametralmente opposta rispetto a quella di dodici mesi fa: leader del mondiale e pilota di riferimento del team, super coccolato dalla stampa e dai fans e così via.
PROFONDO ROSSO – Quando però un pilota non va, generalmente le colpe sono anche del team. La Ferrari quest’anno ha prodotto una monoposto troppo “diva” e troppo lontana dalle caratteristiche di guida di Vettel, e queste certamente non sono delle buone basi per vincere il campionato. Quando però la macchina va e il pilota pure, in casa Ferrari subentra il terzo problema chiamato affidabilità: nel corso della stagione sono stati molteplici gli episodi che hanno bloccato il pilota tedesco, ed uno di questi è avvenuto proprio nelle qualifiche di sabato scorso: problema all’intercooler che ha costretto il quattro volte campione del mondo a non prendere parte alla Q1, costringendolo a partire dalla ventesima posizione. “Mi sento svuotato”, queste sono le parole dette da Vettel dopo la debacle della qualifica. Il pilota Ferrari è consapevole di essere al centro del ciclone mediatico e tutte queste situazioni sfavorevoli non lo aiutano.
RINASCITA DOMENICALE – Un deja vu: pioggia a Hockenheim. Questa volta, però, la storia è stata diversa rispetto allo scorso anno. La pazienza e la prudenza sono state le armi che ha utilizzato Vettel per fare una rimonta estrema, partita dalla ventesima posizione e terminata in seconda posizione. Nella prima parte di gara non ha preso molti rischi e ha scelto personalmente senza l’aiuto del team i set da mettere, basandosi sui tifosi (se avevano l’ombrello o meno), mentre ha spinto soltanto nei momenti cruciali della gara. Aveva capito che rischiare fosse da folli e la sua scelta ha pagato. Alcune volte il pilota che vince o va a podio può anche non essere il più veloce, ma è senz’altro quello più furbo a concretizzare tutte le occasioni che gli si presentano davanti.
RILANCIO MONDIALE? – Difficile che possa lottare per il titolo, ma può certamente sperare per le posizioni sul podio. Il quattro volte campione del mondo ha attualmente 141 punti ed è a meno 21 da Verstappen ed a meno 43 da Bottas, distacchi che si possono ancora colmare vedendo le gare che mancano.
FERRARI DEVE VINCERE – Per cercar di rilanciarsi definitamente in campionato la Ferrari e Vettel hanno un obiettivo in comune: vincere le gare. Si possono fare tutti i calcoli possibili ed immaginabili, ma se non si vince non si va da nessuna parte. La Ferrari in questa stagione non ha vinto ancora nessuna gara e questo è il segnale più preoccupante, perché i diretti avversari (Red Bull) hanno già ottenuto due successi. Dunque per ritornare a vincere è necessario che Vettel ritorni Vettel e la Ferrari sia quantomeno una lontana parente di quella dello scorso anno.