Sul circuito di Suzuka la Mercedes ha conquistato il sesto titolo mondiale Costruttori consecutivo in Formula 1, eguagliando l’epopea della Ferrari e di Micheal Schumacher, sei volte iridata tra il 1999 e il 2004. Lo ha vinto nella gara più inaspettata, dato che la prima fila tutta Ferrari e la quinta pole position consecutiva della scuderia di Maranello con Sebastian Vettel, faceva presagire una domenica ben diversa. Poche ore più tardi, però, la Mercedes ha ribaltato la situazione, complici anche gli errori dei piloti del team italiano, dimostrando così ancora una volta di essere la squadra da battere. Prima questo ruolo l’aveva la Ferrari, ora le frecce d’argento: cosa accomuna questi due domini?
Per vincere è necessario avere un grande pilota ed entrambi i team l’hanno sempre avuto: Michael Schumacher e Lewis Hamilton. Due campioni che hanno caratterizzato la loro epoca, vincendo e battendo ogni tipo di record. A 34 anni, però, il cinque volte campione del mondo può battere i primati di “Schumi”, grazie anche ad una monoposto sempre perfetta.
Vittorie
Michael Schumacher: 91 vittorie ( in 307 GP)
Lewis Hamilton: 82 vittorie (in 246 GP, stagione in corso)
Piano, piano il pilota della Mercedes sta raggiungendo il record di vittorie di Michael Schumacher. Un primato che sembrava inarrivabile per tutti, ma Hamilton ci sta riuscendo grazie al grosso supporto che gli sta dando il team: soltanto in questa stagione ancora in corso, ha conquistato nove vittorie su diciassette gare, portandosi così soltanto a -9 dal record del tedesco.
Vittorie con lo stesso team
Michael Schumacher: 72
Lewis Hamilton: 61
Undici vittorie separano Hamilton da questo ulteriore primato del sette volte campione del mondo, un risultato non impossibile visto la forza della Mercedes. A favore del pilota inglese c’è però un calendario di 21 gare, contro le 16/17 che disputava in stagione il ferrarista.
Stagioni con almeno una vittoria
Michael Schumacher 15 (dal 1992 al 2006)
Lewis Hamilton 13 (dal 2007 al 2019)
La costanza di un pilota si vede anche dal numero di vittorie che ottiene in ogni stagione. Certamente Hamilton ha avuto la fortuna di guidare delle monoposto sempre competitive, ma in molti casi ha conquistato il gradino più alto grazie al suo talento. Se la Mercedes rinnoverà con Hamilton alla fine della prossima stagione, quasi certamente anche questo record del tedesco verrà battuto.
Titoli mondiali
Michael Schumacher: 7
Lewis Hamilton: 5
Per essere il migliore di tutti devi vincere più titoli degli altri. Quasi certamente il prossimo anno il pilota della Mercedes potrà eguagliare il numero di mondiali di Schumacher.
Compagni di squadra
Per vincere e dominare nel corso del tempo in F1 non basta avere un grande campione in squadra, ma serve anche un ottimo secondo pilota. Entrambi i team hanno avuto una grande seconda guida: Barrichello in Ferrari e Bottas in Mercedes. Avere una secondo fedele è importante, perché nei momenti di necessità si sacrifica per aiutare il compagno di squadra. Rubens Barrichello e Valtteri Bottas hanno più volte dimostrato di essere degli uomini-squadra. Uno degli episodi che rimarrà nella storia della Formula uno è certamente quello del gran premio d’Austria del 2002: partito dalla pole position Rubens Barrichello condusse tutta la gara fino all’ultima curva, ma sul rettilineo dovette lasciar strada a Schumacher rispettando l’ordine di scuderia dettato da Ross Brawn.
Nonostante il brasiliano non avesse accettato di buon grado tale richiesta, per il bene della squadra (e per il suo futuro) accettò l’ordine di scuderia, dando così la vittoria a Schumacher. “Non avevo alcuna intenzione di lasciarlo passare – ha raccontato Rubens anni dopo a Rede Bandeirantes –. Ma ho ricevuto una comunicazione dalla Ferrari che mi ha fatto pensare, così ho alzato il piede dall’acceleratore. Se avessi rifiutato, la mia carriera in F1 probabilmente sarebbe finita quel giorno”.
Sedici anni più tardi la Mercedes fece la stessa cosa, ma questa volta a Sochi. Bottas al giro 25 dovette lasciar passare Hamilton, perdendo così l’opportunità di vincere la sua prima gara stagionale. “Valtteri, le posizioni restano queste, chiariremo tutto dopo la corsa”, disse Toto Wolff. Nonostante la rabbia per la vittoria sfumata Bottas comprese che il successo di Hamilton in Russia fosse fondamentale per la conquista del mondiale piloti. “Non è un giorno facile. Come squadra, abbiamo raccolto il numero massimo di punti, che è positivo. So anche che Lewis è in lotta per il titolo. Ma per me personalmente, tutti possono vedere cosa è successo. Discutiamo sempre tutti gli scenari prima di una gara e chiaramente qualcosa del genere ne fa parte. Il cambio di posizione apparteneva anche alle possibili sequenze di corse. Non so cos’altro dire. Il tempo dirà se è stato necessario oggi o no. In termini di valutazione del marchio, non avrebbe avuto importanza se fossi davanti o no”. Questa sudditanza diede, però, anche i suoi frutti: a fine stagione il finlandese rinnovò con le frecce d’argento per la stagione seguente.
Team principal
Un team vincente deve avere per forza un leader, un capo che sappia tenere a bada tutte le situazioni e direzionare tutto e tutti verso la vittoria. In questo frangente la Ferrari e la Mercedes hanno avuto dei veri e propri leader: Jean Todt e Toto Wolff.
Il primo francese di Pierrefort, il secondo austriaco di Vienna. Entrambi degli abili strateghi. In diverse occasioni Wolff e Todt hanno tirato fuori il carattere. “Rubens, let Michael pass for the championship”. Siamo nel 2001, precisamente in Austria. Le due Ferrari sono in seconda e terza posizione con Barrichello davanti a Schumacher. Il brasiliano stava ottenendo dei punti fondamentali, soprattutto per il morale. Arriva però il team radio di Jean Todt che gela il secondo pilota della Ferrari. L’ordine non lascia spazi per la replica, così all’ultima curva Barrichello frena bruscamente, lasciando così passare il tedesco.
Toto Wolff, invece, è un vero e proprio mago delle dichiarazioni fuori e dentro la pista. Il team principal della Mercedes riesce sempre a scaricare la tensione e la responsabilità alle squadre avversarie, nonostante la scuderia di Brackley sia sempre la migliore. “Vincere la gara a Suzuka? Non ci speravo perché ci mancava la velocità sul giro e qui è complicato superare. Ma sono molto felice, perché in questi momenti difficili la squadra reagisce”.
Toto Wolff è sicuramente il fulcro della Mercedes, un po’ come Jean Todt in Ferrari. La Ferrari di Todt e Schumacher e la Mercedes di Hamilton e Wolff hanno così dimostrato che per vincere sono necessari tre elementi: grande macchina, grande pilota e grande team. A Maranello dovrebbero prendere nota, perché il mondiale manca da troppo tempo.