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Ragioniere, quasi folle, soprattutto eroico. In poche parole, Carlos Sainz. 434 giorni dopo, la Ferrari torna a vincere in F1, lo fa con lo spagnolo al termine di una gara incredibile a Singapore, dove per portarla a casa è stato necessario andare persino contro una delle principali regole non scritte del Circus, vale a dire spingere a tutta. No, a volte serve anche rallentare, favorire a una lettura superficiale chi sta dietro, ma solo per rendere le cose più difficili a chi sta rimontando ancor più alle spalle. Ed è così che dopo non aver sbagliato nulla, dalla partenza alle tempistiche per il pit stop, il pilota iberico gestisce alla grande le gomme e nel finale, quando potrebbe provare a scappare, con lucida follia decide invece di restare lì, di tenere Norris dentro al secondo, per dargli DRS e sperare possa proteggersi da Russell.
Una mossa che paga, perché la McLaren tiene botta e alla fine la Mercedes numero 6 va pure a muro (che beffa per George, come anche per Ocon che dopo una gran gara è stato tradito dalla solita poco affidabile Alpine), vanificando quella che sarebbe stata una tattica davvero coraggiosa e visionaria qualora fosse andata in porto. Ma nello scontro tra filosofie coraggiose, quella di Sainz ha la meglio, e la Ferrari può festeggiare a quasi un anno e mezzo dalla gioia di Leclerc in Austria. E con la vittoria in Gran Bretagna, ora se c’è una prima guida nel Cavallino è Sainz a poter rivendicare il ruolo: due vittorie a uno nelle ultime tre ottenute dalla Rossa, due gare di fila a podio col monegasco giù, la sensazione di aver “capito” meglio questa macchina. Ed è anche giusto che, nonostante la poca consistenza nella prima parte della stagione, sia proprio Carlos a interrompere il dominio Red Bull e Verstappen. Max oggi non brilla, tenta di pescare il jolly restando fuori fino al giro 40, poi deve rendersi conto che non c’è altra soluzione se non quella di rientrare vanificando i tentativi di rimonta, anche se arriva alla fine un quinto posto che viste le premesse è assolutamente grasso che cola, e che crea il solito solco con un Sergio Perez sempre non all’altezza del compagno, che tra ieri e oggi peraltro non è stato all’altezza di se stesso.
La copertina, e per una volta in positivo, è dunque per la Ferrari: l’obiettivo secondo posto costruttori è sempre più alla portata, la prima vittoria dell’era Vasseur pure, adesso spingere in questa direzione fino a fine stagione (e domenica prossima c’è già Suzuka, pista totalmente diversa in Giappone e dunque banco di prova importante) per tentare di predisporre per il 2024 una macchina che non sia vincente solo a Marina Bay ma un po’ ovunque.
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