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Anche in Arabia Saudita la Red Bull si conferma di un altro pianeta, più veloce dei competitor in qualsiasi situazione, con qualsiasi gomma e, la cosa che fa preoccupare di più, anche con Sergio Perez, che vince meritatamente dopo la pole, oltre che con uno scatenato e cannibale Max Verstappen che recupera dalla quindicesima posizione e arriva secondo, favorito da una safety car francamente ingiustificabile, prendendosi pure il giro veloce – rubato all’ultimo giro a Checo – che gli consente di conservare la leadership del Mondiale. Una prova di forza clamorosa, la seconda doppietta di fila, con addendi invertiti e senza che il risultato cambi: che sia una gara lineare o di rimonta, il team austriaco fa nettamente il vuoto e se le cose non cambieranno presto il Mondiale sarà chiuso già a metà stagione.
Il problema in casa Ferrari è che diversamente alla scorsa stagione, pare ormai evidente come non sia più la seconda forza del campionato, a tratti la prima se si pensa allo sfavillante inizio di 2022. Questo 2023, invece, è partito veramente all’insegna della mediocrità e dopo i problemi di affidabilità del Bahrain, in Arabia si è fatto i conti con una vettura che annega in diversi problemi: la velocità in curva è un grattacapo, il fatto di non essere nemmeno riusciti a insidiare la Mercedes è un altro. Sainz sesto partendo dalla quarta casella, Leclerc settimo rimontando dalla dodicesima, ma comunque non senza delusione. Non ha pagato del tutto la strategia di partire con la gomma rossa, perché il monegasco è stato rallentato dal traffico e soprattutto passando poi sulla hard ha trovato gravi difficoltà nel passo gara, decidendo di mollare il colpo nel finale. Mai a proprio agio nemmeno il compagno spagnolo, sverniciato da Stroll nei primi giri e poi non in grado di stare realmente vicino a un Hamilton che, pur lamentandosi di continuo, ha trovato la top-5, alle spalle di un pimpante George Russell. Da applausi, infine, Fernando Alonso, che velocità che produce questa Aston Martin, e il podio, tolto e restituito con un imbarazzante balletto serale della Fia, alla fine è meritato.
Vasseur dice che bisogna capire cosa non va, un refrain di binottiana memoria, che al momento ci sta perché siamo appena agli inizi. Ma c’è da preoccuparsi per i passi indietro che sta facendo il Cavallino, con le due rosse mai realmente competitive in gara, leggermente meglio in qualifica dove la differenza la fa il pilota. In Australia ci si aspetta un salto di qualità, per non compromettere un progetto che veniva sbandierato come vincente e assolutamente riuscito. La sensazione è che sia un altro buco dell’acqua, aggravato dal fatto di essersi ritrovati, per ora, in un tremendo limbo tra i top team e il pacchetto di mischia.
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