Formula 1

Questa McLaren è un capolavoro: gestione non ancora ottimale, ma stavolta arriva la doppietta

Piastri e Norris
Piastri e Norris - Foto Eric Alonso/IPA Sport

Troppe conferme e troppi indizi che a questo punto fanno una prova: questa McLaren è un capolavoro ed è ormai di gran lunga la miglior macchina in questo Mondiale di F1. Dopo la partenza a rilento, il team di Woking ha capito cosa serviva per sistemare le cose, ed è forse andato oltre le più rose previsioni, visto che finalmente, dopo tante gare un po’ buttate via per un motivo o per un altro, questa volta si massimizza a pieno il predominio in qualifica e pista: prima fila tutta Papaya, e in gara la doppietta, anche se a piloti invertiti. Ed è proprio questo aspetto, a ogni modo, a costituire una piccola macchia ancora in una gestione che non riesce comunque mai a essere quella ottimale.

Già, perché essere in testa ed essere la macchina migliore del pacchetto vuol dire anche prendere decisioni rapide e assumersi delle responsabilità. Aver richiamato Norris ai box prima dell’allora leader Piastri (ancora una partenza negativa del britannico con l’australiano che si è preso la posizione) si può spiegare con la volontà di evitare il rischio di dover finire dietro ad altre vetture che eventualmente non si sarebbero poi fermate, dovendo superare in pista con gomme fresche, ma in questo modo, il ritardo di qualche giro nel cambio gomme del pilota in testa alla corsa ha portato a un undercut chiaro che ha portato Norris in testa. Ma fin da subito, il team ha chiarito con entrambi che alla fine ci sarebbe stato uno switch di posizioni e che il vincitore sarebbe dovuto essere Piastri. Che però, nell’ultimo stint, è andato piuttosto lento. E’ per questo che dal muretto hanno chiesto ripetutamente a Norris di rallentare, ricevendo inizialmente picche. Poi, all’ennesimo richiamo, il secondo della classifica piloti, che nutre ancora ambizioni lecite di vittoria del Mondiale, deve arrendersi, perdere cinque secondi in mezzo giro e far passare il compagno al primo successo in carriera. Non bellissimo da vedere, ma doveroso perché i piani erano questi: i due compagni evitano il braccio di ferro e le polemiche, ma ancora una volta si sarebbe potuta gestire meglio. Questa volta, però, è solo un piccolo dettaglio, un’ombra in una grande gara con una super doppietta arancione.

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