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Sono qualifiche da vero sogno americano quelle di Charles Leclerc e Carlos Sainz, che trovano una prima fila tutta Ferrari nella caccia alla pole del GP di Miami. Sul circuito che proprio in questa stagione ha fatto il suo esordio, la Rossa dimostra di avere il passo giusto e la maggior velocità rispetto alla Red Bull, ma in una lotta che anche oggi era sul filo di lana, a far la differenza sono i piloti. Leclerc e Sainz non sbagliano, i campione del mondo in carica Verstappen sì e allora ecco che a Maranello si festeggia la prima fila e il team austriaco deve accontentarsi della seconda, con Perez che non fa meglio del quarto posto.
Pista nuova per tutti, dunque bisogna adattarsi. Qualche problema per Sainz e Verstappen ieri, mentre oggi le FP3 sono falcidiate da venti minuti di stop per l’incidente di Ocon, che distrugge la sua Alpine, non disputa le qualifiche e partirà dal fondo. La caccia alla pole è entusiasmante fin dal Q1, in cui la Ferrari dimostra subito di poter far registrare tempi davvero competitivi. E’ chiaro che su un circuito del genere, con le barriere e senza vie di fuga, il minimo errore può costare carissimo. Anche la strategia, però, ha il suo peso: è folle la scelta della Mercedes di tenere ai box Russell, convinta di poter superare il taglio e approdare al Q3. Così non è, gara rovinata per il britannico, che partirà soltanto dodicesimo e vede col binocolo la possibilità di fare quarto come a Imola.
Al Q3 sembra averne di più Verstappen, che nel primo tentativo mette tutti in fila e scende per primo sotto il muro dell’1.29. Ma la Ferrari è lì, distanziata di una manciata di centesimi. E soprattutto, ai box decidono che bisogna osare: si va in pista per primi per il secondo tentativo, così da evitare guai per possibili bandiere gialle. Niente calcoli, si va a cercare un gran tempo e questa mossa paga i dividendi. La pista è super gommata, Leclerc e Sainz volano letteralmente e si prendono le prime due caselle, in attesa dell’arrivo di Max Verstappen. Che, però, forse paga un po’ di pressione, commette un errore nel primo settore e butta via una pole per il quale sembrava ormai il favorito. Partirà in seconda fila, insieme al fido Perez che in qualifica non si azzarda a far meglio del compagno “titolare”. Chi ben comincia è a metà dell’opera: la Ferrari parte col piede giusto, ora per il sogno americano completo servirà fare una grande gara (domenica ore 21.30 italiane).
Per il resto, a chi gli applausi? Lewis Hamilton, dopo una serie inenarrabile di difficoltà , stavolta un po’ li merita. Il sesto posto in qualifica non può certo essere accolto bene da uno col suo pedigree, ma per il momento è un buon punto di ripartenza, tra l’altro con qualche fucsia acceso durante le fasi meno essenziali delle qualifiche. Davanti a lui, però, scatterà un monumentale Valtteri Bottas. Il maggiordomo adesso è libero di stupire in Alfa Romeo, e se Zhou è diciassettesimo e lui quinto vuol dire tanto. Forse in Mercedes non avrebbero dovuto liberarsi di lui così in fretta… Alonso, invece, farebbe meglio a parlare meno: aveva puntato alla seconda fila nelle interviste, peccato però che si debba andare in pista poi. La sua Alpine non brilla e non va nemmeno al Q3, così come l’altra vecchia volpe Vettel. Ma ci aspettiamo una gara in rimonta per entrambi.
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