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Premessa: Max Verstappen è attualmente e senza dubbio il pilota più forte e sta dominando in lungo e in largo un Mondiale che di fatto è finito già dopo cinque-sei gare. Nessun dubbio su questo: l’olandese si avvia meritatamente alla conquista del suo terzo titolo iridato in una stagione che gli ha regalato anche il record di dieci vittorie di fila. Una cosa storica e inimmaginabile. Ma le regole valgono per tutti: sia per il numero uno del mondo che per il pilota numero venti. Tutti uguali di fronte alla legge sportiva. Invece la sensazione è che Max Verstappen abbia regole speciali e che nessuno possa penalizzarlo. E non si capisce perché. Nel corso delle qualifiche del Gran Premio di Singapore si è toccato il fondo: tre impeding che alla fine sfociano in due reprimende ed un un nulla di fatto. Inaccettabile.
COSA E’ SUCCESSO A SINGAPORE
Sono state le qualifiche più difficili dell’anno per Verstappen e la Red Bull con entrambe le macchine addirittura fuori dal Q3: Max partirà undicesimo, Perez partirà tredicesimo. Ma il campione del Mondo in pectore avrebbe meritato di partire ancora più indietro in griglia. Alla fine del Q1 si è piantato in pit lane per svariati secondi, ostacolando le altre macchine e ripartendo solamente dopo circa quindici secondi. Poi ha ostacolato chiaramente Yuki Tsunoda in un giro buono del pilota dell’Alpha Tauri – che però essendo la scuderia satellite della Red Bull non si è neanche presentata dai commissari… – costringendolo a rientrare ai box e a non fargli segnare un tempo buono. Infine nella mischia selvaggia dell’ultima curva, nell’episodio meno rilevante dei tre vista la complessità, ha tenuto una traiettoria più larga rispetto agli altri ostacolando e non poco le vetture che transitavano da lì. Passi per quest’ultimo episodio, ma i primi due meritavano una penalità chiara e netta. Ed invece niente: due pacche sulle spalle, due reprimende e via. Max Verstappen partirà oggi undicesimo e chissà non possa anche salire sul podio e provare a vincere pure questa di gara. Perché lui è un campione, con la c maiuscola. Ma le regole valgono anche per lui.
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