La Ferrari, la Rossa. Un binomio che per molti è intoccabile, ma che a Miami lascerà spazio al colore blu. Già, perché la scuderia di Maranello presenterà una livrea della vettura con diverso spazio all’azzurro e non al total-red consueto, e anche le tute saranno eccezionalmente ridisegnate del colore del cielo. Molti tifosi hanno criticato questa decisione, ma ci sono diverse motivazioni alla base della decisione del Cavallino. Innanzitutto non va dimenticato il fatto che a partire da questo weekend scatta la partnership con HP, nuovo title partner, che ha proprio nel blu il colore chiave del marchio. Ma c’è anche tanta nostalgia alla base della decisione di sfoggiare due tonalità diverse dal rosso, l’azzurro La Plata e l’Azzurro Dino. L’Azzurro La Plata, nel dettaglio, era il colore preferito da Alberto Ascari: il casco del leggendario pilota era di questo colore, considerato un portafortuna, ma anche altri piloti come Lauda decisero di utilizzarlo. L’Azzurro Dino, invece, su indossato da Regazzoni nel 1974.
In ogni caso, una livrea ridipinta di un colore – seppur soltanto in alcune parti – diverso dal rosso non è certo una novità. Come ricorda la stessa scuderia Ferrari, abbiamo visto vetture con musi colorati, soprattutto di bianco, vetture o tute gialle, l’ultima volta nella scorsa stagione, vetture con strisce colorate, con il nero del lutto nel musetto e poi c’è un precedente che risale a 60 anni fa, nel 1964, quando la Ferrari si presentò in pista per due gare, proprio sul suolo americano, colorata di bianco e di blu, proprio come potrebbe accadere a Miami (tra mercoledì e giovedì sarà svelata la livrea ufficiale), per i Gran Premi di Messico e Stati Uniti. Non si trattò di una scelta commerciale, ma di una polemica con le autorità sportive italiane, responsabili secondo Enzo Ferrari di non aver agevolato l’omologazione come vettura Gran Turismo della Ferrari 250 LM progettata per le gare di durata: “Enzo decise dunque di restituire la licenza di corsa alla federazione italiana e lasciò che ad iscrivere le Ferrari di John Surtees e Lorenzo Bandini non fosse la Scuderia, bensì la squadra statunitense denominata North American Racing Team (N.A.R.T.) fondata dell’importatore Luigi Chinetti. Le vetture furono dunque dipinte rigorosamente con i colori racing degli Stati Uniti, blu scuro e bianco, e portarono comunque a casa entrambi i titoli mondiali passando alla storia con quei colori così particolari”. Dunque dei colori che portano fortuna. Scelta commerciale oppure omaggio storico, l’importante per i tifosi della Ferrari è che la macchina possa tornare competitiva dopo le difficoltà della Cina.