Massimizzare, verbo purtroppo sconosciuto per la Ferrari nella versione SF-23. Se da una parte ci sono innegabili progressi rispetto alla prima metà di stagione, d’altro canto questa vettura, gara dopo gara, si ritrova sempre a fare i conti con gli stessi problemi, vanificando i risultati del sabato, in cui la distanza con Verstappen è annullata, tanto da portare nelle ultime due qualifiche Charles Leclerc in pole. Poi, però, c’è un evidente problema con le partenze, visto che sia ad Austin che in Messico dopo la prima curva il monegasco si è ritrovato in entrambi i casi a essere scavalcato, una settimana fa da Norris, ieri da Super Max. E nelle ultime undici gare in cui è partito dalla pole, per il classe 1997 del Cavallino non è arrivata nemmeno una vittoria. Bisogna migliorare in questo, invece le due Ferrari, scattate dalla prima fila, si sono fatte infilare immediatamente dal dominatore di questo Mondiale (sedici vittorie in una stagione, record che era già suo battuto, 51 come Prost), sbagliando anche nel posizionamento dopo il via.
Alla fine terzo e quarto posto per le due Ferrari, un risultato non da buttar via e il migliore possibile considerando il ritiro di Perez, provocato, ma senza colpe, dallo stesso Leclerc. Che, paradossalmente, fa registrare le migliori performance nel primo stint, in cui ha un’ala danneggiata. Poi, come d’incanto, la gestione gomme non va negli ultimi trenta giri e il crollo prestazionale è evidente. Ma c’è anche da considerare la sfortuna di aver fatto il pit stop un giro prima dell’incidente di Magnussen: sfruttando safety car e bandiera rossa, si sarebbe potuto puntare serenamente al secondo posto, anche se non avrebbe rispecchiato il ritmo gara, visto che Verstappen di sicuro avrebbe recuperato anche con la strategia a due soste e che Lewis Hamilton, che pare aver ritrovato lo smalto di un tempo, è stato nettamente più veloce, non Russell che sta vivendo un momento di involuzione. Insomma, Cavallino terza forza in pista alle spalle di Red Bull e Mercedes, P3-P4 non è certo una debacle ma se si pensa alle qualifiche che hanno stupito tutti e fatto sognare, quando poi si fa i conti con la gestione degli pneumatici si torna alla dura realtà ed è lecito guardare il bicchiere mezzo vuoto.
Per fortuna, con la Mercedes si chiude in pareggio, 27 punti a 27: è vero che fa comodo alle Frecce d’Argento che si trovano davanti nella classifica costruttori, visto che adesso mancano solo tre gare e una sprint, ma la Ferrari quantomeno può restare aggrappata alla speranza di trovare una soddisfazione in coda a una stagione comunque deludente. Interlagos sarà la prova del nove: nel terzo back-to-back sul territorio americano serve un ulteriore salto di qualità per la vettura di Maranello.