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“Farei autocritica. Ero presidente della Ferrari quando venne deciso il passaggio all’ibrido. Accettai perché la svolta green nell’industria era una necessità anche per le corse. Ma sottovalutai il ritardo italiano, anche nostro, anche della Ferrari, sul fronte di una tecnologia, appunto l’ibrido, che non rientrava nel nostro bagaglio culturale, non era parte della nostra cultura motoristica. Complimenti a chi si dimostra più forte. Proprio per questo dico che bisogna guardare avanti”. L’ex presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo affronta il tema del ritardo nello sviluppo da parte della scuderia di Maranello nei confronti di altre case come per esempio Mercedes e Red Bull, soffermandosi in particolare sul passaggio all’ibrido.
Ciò che però auspica è una veloce risalita: “Non mi piace fissare date. Non ha senso e nemmeno è giusto nei confronti di noi tifosi, che abbiamo il diritto di sperare in una inversione di tendenza in tempi più rapidi. La Ferrari deve fare le scelte rese indispensabili da questa crisi così profonda. Avendo la garanzia del pilota: Leclerc ha già dimostrato di essere un top driver”.
Montezemolo spera però che Binotto non diventi il parafulmine di questo periodo nero:“Mattia Binotto è uno dei miei ragazzi. Ripeto spesso che ha bisogno di essere supportato, non può essere lasciato solo. Io so benissimo che la Formula Uno è cambiata tantissimo, non è più quella di venti o dieci anni fa. Ma in una cosa è rimasta uguale: quando una scuderia è in difficoltà , deve proteggere i suoi uomini, certo, ma aggiungendo da fuori le competenze che servono. La Ferrari di Schumi non era solo Schumi. Avevamo un gruppo di numeri uno, nelle varie aree. Da Jean Todt a Ross Brawn, da Stefano Domenicali a Paolo Martinelli a Rory Byrne. E nonostante la loro bravura abbiamo sofferto per anni, prima di riuscire a festeggiare. Il 2022 è già dietro l’angolo”.
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