
La classifica mondiale dice ancora molto: Max Verstappen è terzo, a 69 punti, con una vittoria e due podi all’attivo. A guardare i numeri non si direbbe che in Red Bull sia appena scoppiato il finimondo…
Ma dietro quei numeri si nasconde una stagione tutt’altro che lineare. A Sakhir, in Bahrain, il campione del mondo in carica ha vissuto uno dei weekend più grigi degli ultimi anni. Solo settimo in qualifica, sesto al traguardo, con una Red Bull apparsa spenta, fuori ritmo e poco reattiva nei momenti chiave. Lo stesso Verstappen ha mostrato segnali di nervosismo: “McLaren? Non sono nemmeno i miei competitor. Io sto solo partecipando al campionato”, ha dichiarato con un tono amaro, come a voler anticipare una resa mai davvero formalizzata.
E se il passo in gara è mancato, anche il box Red Bull ha fatto la sua parte nel complicare il fine settimana del numero 1: problemi al semaforo nelle soste e un’anteriore destra che ha fatto perdere secondi preziosi. Tutto questo ha riacceso i dubbi su un rapporto già incrinato tra Verstappen e la scuderia austriaca. Le tensioni sono palpabili, le dichiarazioni pubbliche sempre più fredde. E la voce di un futuro in Mercedes, seppur flebile, ha ripreso a circolare tra i muretti. Verstappen, oggi, sembra un campione in cerca di un progetto nuovo, più solido e meno logoro.
Paddock infuocato, “lavata di testa” per Marko
L’episodio che ha infiammato il post-GP del Bahrain è avvenuto lontano dalle telecamere, ma non dagli occhi attenti di Sky Sports UK. A raccontarlo è stato il giornalista Ted Kravitz: “Ho visto Raymond Vermeulen entrare nel box Red Bull e dare a Helmut Marko una vera lavata di capo. È stato furioso, ha sbattuto la porta ed è andato via nel retro del box”. Parole nette, che confermano quanto il clima all’interno del team sia tutt’altro che disteso e quando si arriva al braccio destro di Horner vuol dire che le cose proprio non vanno. Le motivazioni ufficiali restano nebulose, ma tutto lascia pensare che a scatenare la furia del manager di Verstappen sia stata l’ennesima gara compromessa da errori ai box e da una vettura non all’altezza.

Il pilota olandese, già dopo le qualifiche, non aveva nascosto il proprio disappunto, provocando i giornalisti definendo la sua presenza al mondiale solo come una partecipazione. Sì, dovrò parlare con il team. Ma non ora. Non ne ho voglia ha detto l’olandese a Viaplay dopo essersi qualificato settimo, lasciando intendere che il confronto con la squadra è solo rimandato. Quella tra il quattro volte campione del mondo e il team di Milton Keynes è l’ennesima crepa in un rapporto che pare logoro. Verstappen si sente tradito da un team che negli ultimi mesi ha perso coesione, spinta tecnica e forse anche leadership. E quando salta anche l’equilibrio tra manager e vertici, il rischio che qualcosa esploda definitivamente diventa concreto. Occhio a ciò che potrà accadere nelle prossime settimane.