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Adesso si fa dura. E’ un anno positivo per la Ferrari, finalmente risorta dalle proprie ceneri e capace di puntare alla vittoria in ogni Gran Premio. Ma è forse proprio per questo che la piega che sta prendendo questo Mondiale risulta essere ancora più frustrante, perché con una macchina così forte e prestazionale, forse ancor meglio della Red Bull nel complesso, buttare via così tanti punti e fare questi errori quasi in ogni gara ha un peso duplice. Poter lottare, poter vincere in modo concreto e non riuscirci, è la condanna del Cavallino che non riesce a trovare continuità. Una volta per gli errori del muretto, un’altra per problemi di affidabilità, stavolta in Francia è stato Charles Leclerc a tradire tifosi e scuderia, e non il contrario. “Date una macchina a questo pilota” è stato a lungo il refrain, adesso la macchina gli è stata data e finire contro il muro al Paul Ricard dopo diciotto giri e proprio quando alle sue spalle non c’era più un Verstappen scatenato, è quasi imperdonabile. Il monegasco lo sa e non ha nascosto il suo disappunto per punti persi a causa sua, finendo per essere forse fin troppo duro nei suoi confronti. Ma stavolta, davvero, sono 25 punti persi che si sommano ad altri, quasi una maledizione per lui partire dalla pole e condurre la gara.
Ma sarebbero stati realmente 25 punti? Difficile dirlo, ma la sensazione, supportata dai freddi dati, è che in realtà quella di Le Castellet fosse una gara segnata a favore della Red Bull, che era pronta all’undercut con il campione del mondo olandese e mostrava un ottimo passo gara già visto nelle libere. Leclerc, però, era stato bravo a non farsi superare, costringendo Verstappen forse a un cambio gomme troppo anticipato. Ma con l’imminente pit-stop, il monegasco di sicuro sarebbe finito dietro al rivale, e poi chissà. Nel frattempo, anche Carlos Sainz viveva un pomeriggio agrodolce: partito diciannovesimo per il cambio della power unit, finito a ridosso del podio, ma con il fardello di cinque secondi di penalità da scontare per un pasticcio ai box e l’unsafe release evitabilissima. In pista è un leone e fa segnare due sorpassi irreali, ma viene richiamato per un cambio gomme precauzionale in modo forse eccessivamente precipitoso o persino in ritardo a seconda delle letture. E così, arriva una quinta posizione che rende ancor più amaro il weekend.
A risollevare un po’ il morale due fattori. Il primo, è che su questa pista la Red Bull era effettivamente più prestazionale, anche se con l solo Verstappen e non col dormiente Perez. E’ infatti l’olandese a far registrare il miglior passo gara, soprattutto nel secondo stint, quando stampa giri in fotocopia prima di perdere però quello veloce per via del cambio gomme finale di Sainz che comincia a martellare. All’analisi del passo gara si lega la seconda “buona” notizia, che in realtà non lo è, per la Ferrari: la Mercedes non ha una grande velocità di punta, ma è solidissima e soprattutto con Hamilton aveva un gran passo in Francia. Il trend ormai è quello, è la terza forza capace di insidiare le due scuderie contendenti. Se questo può togliere punti alla Red Bull, è vero anche che può succedere lo stesso col Cavallino, che però negli ultimi weekend è abbastanza impegnato a farsi del male da solo e a ricevere i colpi del fuoco amico.
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