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La F1 si trasferisce in Canada per l’iconico Gran Premio sul circuito di Montreal e si tratta di una gara senz’altro spartiacque per la stagione. Ottavo appuntamento in calendario, dunque un terzo di stagione se ne è andato via e quel che emerge con prepotenza è che la Red Bull resta inarrivabile. La simbiosi tra una macchina quasi perfetta e un pilota quasi perfetto come Max Verstappen è tale da lasciare pochi margini agli altri, che non mostrano peraltro la giusta completezza: dall’Aston Martin velocissima ma ancora con qualche difficoltà gestionale alla Mercedes che invece paga dal punto di vista delle prestazioni pure ma è in grande ripresa, fino alla Ferrari che continua a essere un enigma per il potenziale che mostra a tratti e per, invece, le difficoltà sotto ogni aspetto con cui si trova poi a convivere.
Ma quello del Canada è un GP che spesso regala colpi di scena, pertanto nulla di scontato quando si gareggia dalle parti delle foglie d’acero. E’ chiaro, l’olandese due volte campione del mondo (e mezzo, visto che sta già ipotecando questo Mondiale con cinque vittorie e due secondi posti) è due spanne davanti agli altri, ma è il momento di capire realmente se gli aggiornamenti portati da Maranello potranno far sì di ridurre il gap. Un solo podio in stagione è una miseria assoluta per il Cavallino, che a questo punto o cambia passo e ritrova competitività o può davvero pensare già all’anno prossimo, in un refrain che dura ormai da decenni.
A Montreal troveremo un circuito semipermanente, vecchio stampo di potrebbe dire. La lunghezza di un giro è pari a 4.361 metri da ripetere 70 volte per un totale di 305,270 chilometri. Si tratta di un tracciato mediamente lento, con tanti stop and go e freni che vengono dunque particolarmente sollecitati. Sarà necessario un carico aerodinamico basso ma ben bilanciato per poter essere veloci nei tre rettifili principali, il tratto del Casinò, il rettilineo dei box e il tratto prima di curva 10, al contempo bisognerà essere in grado di percorrere al meglio le due curve lente previste e le continue ripartenze. E’ per questo che anche le prove libere qui assumono rilievo capitale oltre poi a qualifiche e gara.
E’ un asfalto con pochissimo grip e la gestione gomme è sempre delicata: ci ricordiamo pochi anni fa un disastro con gli pneumatici decaduti di colpo nelle prestazioni negli ultimissimi giri, per cui sarà fondamentale indovinare finestre e strategia. Superare non è certo complesso qui nei tratti veloci e larghi con le due zone per il DRS, mentre sono poche le vie di fuga e potrebbe riapparire la Safety Car, in caso di incidente molto probabile, a differenza di quanto visto a Barcellona. Ricordiamo gli orari, che saranno serali e notturni in Italia in virtù del fuso orario di sei ore: qualifiche sabato alle 22, gara domenica alle 20. Veniamo infine alla scelta di Pirelli per le gomme, che come lo scorso anno porta le mescole più soffici della gamma: C3 per le hard, C4 per le medie e le C5 per le soft in virtù della bassa aderenza che comporterà probabilmente una strategia a due soste come più veloce del pacchetto.
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