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Dopo un mese di grandi soddisfazioni, primo weekend nero per la Ferrari nel Mondiale 2022. Nella nuova F1 la scuderia di Maranello sembra aver interpretato al meglio il regolamento, e infatti la macchina continua a volare anche nel Gran Premio in Emilia Romagna, ma il circuito amico di Imola con la marea rossa a sostenere Leclerc e Sainz si rivela un pesante tranello. E la colpa, però, è degli stessi piloti e delle loro incertezze. Che valgono la vittoria per Max Verstappen, che fa due in campionato e che rimpiange i due ritiri per problemi di affidabilità di una Red Bull che, forte anche della doppietta con Perez, rilancia in modo netto le proprie ambizioni.
E’ un harakiri per la rossa, c’è poco da obiettare. Ci sta partire dalle posizioni di destra dello schieramento con entrambe le vetture, ci sta che il campione del mondo in carica sia in pole grazie alla vittoria di una bella sprint race in cui Leclerc era stato a lungo in testa. Quel che non va bene, però, è l’ennesima situazione storta in cui finisce Carlos Sainz, tamponato al via da Ricciardo nella gran bagarre e ritirato già al primo giro. Non va bene, soprattutto, che il monegasco sia stato sverniciato al via da Perez e persino da Norris, riuscendo a superare il primo in pista e il secondo con un undercut che, però, con le gomme fredde si trasforma in un’arma a doppio taglio.
In ogni caso, il terzo posto oggi, pur sempre un podio, sarebbe stato sicuramente un passo indietro rispetto alle attese e alle ambizioni, ma assolutamente un buon piazzamento per dare continuità alla stagione. La voglia di accontentare i tifosi costa invece tantissimo: Leclerc esagera nel prendersi tutti i millimetri dei cordoli, finisce in testa coda quando sembrava poter affondare il sorpasso su Perez, scivola fino alla nona piazza e limita i danni risalendo fino alla sesta con tre bei sorpassi di rabbia. La festa si trasforma in dramma sportivo, e in casa nostra festeggia la Red Bull. Che, se risolve definitivamente i piccoli problemini emersi in queste prime quattro stagionali, può sicuramente recuperare sulla Ferrari (in questo weekend ben diciannove punti rosicchiati da Verstappen a Leclerc).
A Miami sarà un’altra storia e si potrà resettare tutto, a patto di non deprimersi subito per un passaggio a vuoto. Che la macchina sia ultra competitiva è fuori discussione, ora serve non commettere errori, come quello dei box che costa un secondo in un pit stop e l’impossibilità di tener dietro Perez, o la stessa idea di mettere così presto le gomme rosse per fare il giro veloce, destabilizzando il passo del classe 1996. Che, però, dovrà imparare anche a saper gestire le situazioni. L’anno scorso l’ha imparato Verstappen ed è così che ha vinto.
E gli altri? Applausi a Lando Norris, terzo posto un po’ forse fuori dai radar, ma sul podio ci sale e con merito, riportando la McLaren su piazzamenti più nobili. Bravo Russell con una Mercedes disastrosa e incapace di trovare un passo gara competitivo, soprattutto se si fa il confronto con un Hamilton davvero imbarazzante. Arriva quattordicesimo, sta quaranta giri dietro Gasly non riuscendo a superarlo mai, si fa doppiare addirittura da Verstappen con cui un anno fa si giocava il Mondiale. Bottas quinto e a un passo dal finire davanti a chi gli ha soffiato il posto in Mercedes porta comunque l’Alfa Romeo a essere la migliore macchina italiana nel circuito italiano, bravi anche Tsunoda e Vettel che entrano a punti (in particolare, sono i primi per l’Aston Martin), e buona riconferma per Magnussen ancora in top-10.
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