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In primis, bentornato a Ricciardo. E’ questo uno dei temi forti del Gp di Ungheria di F1, penultima fatica prima della pausa estiva. AlphaTauri non la ha aspettata per fare il bilancio della situazione riguardante Nyck DeVries e ha chiamato subito il terzo pilota Red Bull, che se dovesse guidare bene la vettura di Faenza potrebbe ambire a un clamoroso ritorno alla casa madre. E allora, all’Hungaroring uno dei compagni-rivali più accaniti di Max Verstappen rischia di far passare un po’ in secondo piano il fenomenale due volte campione – quasi tre – che dopo aver dominato mezzo Mondiale intende fare copia e incolla da qui a fine anno, a cominciare da Budapest, una pista completamente diversa a quella di Silverstone.
Tracciato tortuoso, con quattordici curve, 8 a destra e 6 a sinistra, carreggiata stretta e con poca possibilità di sorpassi, vie di fuga in sterrato, tanto sporco fuori dalla traiettoria ideale. Una pista di 4.3 km, che negli anni si è guadagnata l’appellativo di “Montecarlo senza muretti”, un circuito nel quale, per la sua conformazione, al di là dello strapotere Red Bull potremmo tornare a intravedere la faccia migliore della Ferrari, quella in grado di giocarsela per il podio e non lontana anni luce come in Gran Bretagna. Dai sorpassi e una qualifica poi non troppo fondamentale nell’economia del weekend a un sabato che diventa importantissimo: la pole può voler dire vittoria, l’equazione regge e il Cavallino vuole provare a replicare Baku e Montecarlo su un circuito che non è cittadino, ma che è ad alto carico aerodinamico, di continui stop and go, e può far tornare a vita la Rossa.
E la McLaren? Nonostante ulteriori aggiornamenti promessi, probabilmente soffrirà e non poco, così come a Spa, e rivedremo dei rapporti di forza simili a quelli di Canada e Austria, con le grandi incognite offerte da Mercedes e Aston Martin. Insomma, Verstappen parte favorito e non può che essere così, la Ferrari è pronta però a riscattare quanto successo due settimane fa e ha le carte in regola per disputare il miglior weekend della sua stagione, qui dove l’anno scorso si alzò forse definitiva bandiera bianca con un quarto e sesto posto che lasciarono l’amaro in bocca e diedero avvio a una seconda parte di campionato sotto le attese. Veniamo infine alle scelte di Pirelli, che per un tracciato così sporco ma con asfalto liscio e non molto esigente per le gomme, ha portato la C3 come P Zero White hard, la C4 come P Zero Yellow medium e la C5 come P Zero Red soft. A Budapest debutterà inoltre l’Alternative Tyre Allocation (ATA) che prevede l’utilizzo di una mescola slick obbligatoria per ogni sessione di qualifica. In Q1 le squadre dovranno utilizzare la Hard, in Q2 la Medium e in Q3 la Soft.
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