Record di pole position scippato ad Ayrton Senna, record di vittorie a Michael Schumacher e ora l’aggancio in vetta alla classifica all-time dei Mondiali vinti, proprio sul Kaiser. Lewis Hamilton al Gran Premio di Turchia festeggia il settimo titolo iridato in carriera e lo fa al termine di una stagione dominata dall’inizio sino alla fine. Proprio come Schumi in Ferrari con Rubens Barrichello, Lewis ha stravinto il confronto con il compagno di squadra Valtteri Bottas ripercorrendo per certi versi i passi percorsi dallo stesso Michael.
Hamilton è già una leggenda, lo è da tempo. Tutta la sua carriera è straordinaria, fin dall’esordio nel 2007 al fianco del campione del mondo Fernando Alonso. Fin dagli inizi il britannico ha sgomitato per farsi spazio in una Formula 1 dominata da grandi nomi e con poco spazio per i giovani. Lewis non solo ha sconfitto più volte Alonso ma è stato capace di sfiorare il titolo all’esordio, rinviando l’appuntamento soltanto un anno dopo con quel finale incredibilmente emozionante al Gran Premio del Brasile 2008.
Titolo nel 2008 poi un lento calo dovuto alle prestazioni della McLaren fino alla decisione clou della sua carriera: il progetto Mercedes. Con la freccia d’argento e con Toto Wolff team principal, Lewis è un cannibale dal 2014 in poi perdendo il confronto interno soltanto con Nico Rosberg in un concitato 2016. Tra qualche sbavatura di troppo e un avvio di scarsa concentrazione, Hamilton ha lasciato lì un titolo che certamente gli peserà lungo tutto l’arco della carriera. Perché più volte nel confronto con Schumi, questa macchia verrà ricordata e messa in risalto, anche di fronte ai numeri da urlo. Peraltro c’è poco da dire: record-man all-time di vittorie e pole position, incredibile gestione delle gare, delle gomme e delle condizioni estreme sul bagnato. Il 2020 è la conferma del talento, della leggenda, della storia di Lewis. Sette volte come Michael con orizzonti ancor più importanti: è realmente il pilota più grande di tutti i tempi? Difficile dirlo, anche per il confronto tra due ere e due generazioni completamente differenti. Ciò che è certo è che il passaggio di testimone da Schumacher a Hamilton è stato qualcosa di storico, eccezionale ed emozionante.