Formula 1

GP Abu Dhabi: Hamilton torna ma non brilla, solita Ferrari a due facce

Abu Dhabi (Yas Marina) - Foto Rob Alter - CC-BY-SA-2.0
Abu Dhabi (Yas Marina) - Foto Rob Alter - CC-BY-SA-2.0

Luci, come quelle che ogni anno troviamo a Yas Marina già addobbata per le feste, ombre come quelle di casa Ferrari.  A salvare la faccia al Cavallino, scosso peraltro in un sol colpo dalle dimissioni a sorpresa dell’ad Camilleri e dal ritorno in Italia di Mattia Binotto per problemi di salute, è Charles Leclerc che nella seconda sessione di prove libere del Gran Premio di Abu Dhabi di Formula 1 ottiene dei buoni riscontri cronometrici e chiude ottavo, mostrando anche un passo gara discreto. Anche nell’ultimo appuntamento stagionale tanta fatica soprattutto per Sebastian Vettel, che peraltro è all’ultimo weekend della sua carriera con la scuderia di Maranello. Un quindicesimo posto al termine delle FP2, una sola posizione meglio in mattinata: il tedesco continua a non trovare il feeling giusto con questa vettura e il commiato sembra essere davvero dei più tristi e anonimi, e non se lo meritava nessuno.

Per un pilota che saluta, un altro che ritorna. Lewis Hamilton, capace di guarire in extremis dal coronavirus non senza scatenare ipotesi di complotto, dopo aver ceduto il volante a Russell in quella che è stata la gara peggiore della Mercedes tout court da anni a questa parte, si riprende il suo volante, anche se deve cambiarlo addirittura sei volte nel corso delle FP2. E’ in questa seconda sessione, comunque, che il campione iridato e demolitore di record fa meglio, prendendosi il secondo tempo alle spalle però del compagno Valtteri Bottas, che prova timidamente a reagire dopo alcune settimane davvero nere. Nella prima sessione, invece, super Max Verstappen col miglior tempo e il Re Nero che deve accontentarsi di stare appena dentro alla top-5: il Covid-19 non fa sconti e Hamilton è sembrato non brillare particolarmente. Ma si avvicina il sabato di qualifica, ed è allora che i duri cominceranno a giocare davvero e non si parlerà più di sensazioni ma di dati tangibili.

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