Inaspettati quanto graditi ritorni, conferme nel bene e nel male, il 2021 che torna di moda, e ancora il salto di qualità di chi ha lavorato senza proclami e sotto traccia e il mezzo disastro del Cavallino su una pista che doveva essere amica. Ma soprattutto, un nuovo format che funziona e che di sicuro vedremo in pianta stabile il prossimo anno. Le qualifiche del Gran Premio di Ungheria ci hanno detto tutto questo, sono state le più belle dell’anno, le ha vinte Lewis Hamilton, che partirà in pole dopo oltre un anno. Incredibile ma vero, il vecchio leone ha ruggito ancora e lo ha fatto a ventiquattrore dalle aspre critiche a questo nuovo format che sì, sul fronte della sostenibilità aiuta a sprecare meno gomme, ma d’altro canto ha costretto i piloti a girare meno nelle libere. Se però questo è il risultato…
Tre millesimi per la numero 104. Il vantaggio su Max Verstappen è risicatissimo, e tutto ci fa ricordare l’incredibile stagione 2021 del duello serrato tra il vecchio campione e il nuovo che avanza, e che ora è così avanzato da dominare ogni gara. Schiuma rabbia SuperMax, voleva la sesta pole di fila, si ferma a cinque. E soprattutto, voleva evitare di duellare ancora con il rivale più accanito degli ultimi anni, quello che ha scalzato dopo anni di dominio, quello con cui i ferri erano così corti che in pista sono arrivate a darsele.
Stavolta l’olandese se la dovrà sudare davvero, dopo un Gp di Gran Bretagna in cui si era già visto come la Red Bull resti sempre il team da battere, ma ora con un margine risicato rispetto alle altre. Che nel frattempo si riorganizzano, provano, risalgono la china. Lo ha fatto oggi la Mercedes tornando in pole con Hamilton, quota nove qui, mai nessun pilota ne ha ottenute così tante su uno stesso circuito, lo sta facendo la McLaren che per due gare di fila monopolizza le prime file, e lo fa persino l’Alfa Romeo, che con gli ultimi update porta entrambi i piloti in Q3, con Zhou capace di issarsi fino alla P5 e Valtteri Bottas settimo.
I due chiudono a sandwich un Charles Leclerc sottotono, così come la Ferrari che invece, dopo Canada e Austria in cui finalmente era emerso il potenziale, fa di nuovo un brutto passo indietro in termini di ricerca del giro perfetto. Il monegasco commette qualche errore di troppo, la vettura non lo aiuta, e così sarà dura arrivare sul podio a Budapest. Ancor più dura per un Carlos Sainz in enorme difficoltà, addirittura escluso nel Q2. Vasseur aveva fatto intendere che questa sarebbe stata una pista interessante per il Cavallino, così non si va da nessuna parte e in gara serve il pronto riscatto.