Lawrence Stroll, proprietario della Racing Point, ha emesso un comunicato molto duro, in cui difende a spada tratta l’operato della sua Scuderia nel mondiale di Formula 1. La Fia ha infatti riconosciuto come ci sia stato passaggio di conoscenze tra Mercedes e Racing Point sulle prese d’aria dei freni, ma anche che il team inglese ha agito sfruttando le norme poco chiare del regolamento. In questo modo la Scuderia ha di fatto potuto evitare sanzioni peggiori della detrazioni di 15 punti dalla classifica costruttori. Il miliardario canadese però non è d’accordo ed esprime nel comunicato la sua volontà di ricorrere in appello per vedere riconosciuta a Racing Point la legittimità del progetto. Inoltre, Stroll ha attaccato le Scuderie che hanno fatto ricorso contro la racing Point, ossia Renault, Ferrari, McLaren e Williams. “Non parlo spesso pubblicamente. Sono estremamente arrabbiato per qualsiasi insinuazione a nostri comportamenti illegali, non ho mai imbrogliato in vita mia. Queste accuse sono del tutto inaccettabili e non vere” ha scritto Stroll nella nota.
“La mia integrità – e quella della mia squadra – sono fuori discussione. Tutti alla Racing Point sono rimasti scioccati e delusi dalla sentenza della Fia e confermiamo fermamente la nostra innocenza”, prosegue il comunicato, “questa squadra, sotto vari nomi, gareggia in F1 da oltre 30 anni e oggi impiega 500 persone. Siamo sempre stati un costruttore e continueremo ad esserlo in futuro. In questi 30 anni, questa squadra è stata una delle sfavorite, ma è emersa dall’amministrazione controllata, con stabilità e nuovi investimenti, ritrovando competitività. La squadra può finalmente realizzare il suo potenziale e dovrebbe essere celebrata per le sue ottime prestazioni“.
“C’era un’assenza di indicazioni o chiarimenti specifici da parte della Fia riguardo a come quella transizione alle parti elencate potesse essere gestita nello spirito e all’interno dei regolamenti, che la Racing Point ha rispettato” sottolinea Stroll, “ma al di là di questo sono sconvolto dal modo in cui Renault, McLaren, Ferrari e Williams hanno colto questa opportunità per appellarsi. Stanno trascinando il nostro nome nel fango e io non starò a guardare, né accetterò questo. Intendo intraprendere tutte le azioni necessarie per dimostrare la nostra innocenza“.