Che F1 vedremo nel 2016? Cosa è cambiato rispetto a un anno fa? Domenica alle 6 lo sapremo. L’Australia sarà il primo di 21 gran premi, il primo del calendario più lungo della storia della F1: si chiuderà il 27 novembre ad Abu Dhabi. Ecco alcune delle novità principali.
Le qualifiche. Il sistema è quello dello ‘shoot out’: restano la Q1, la Q2 e la Q3. La Q1 durerà 16 minuti ma dopo i primi sette verrà eliminato il pilota più lento e via via, ogni minuto e mezzo, uscirà di scena quello col tempo peggiore fino a quando non rimarranno in 15, ammessi alla seconda manche. La Q2 avrà una durata di 15 minuti con la prima eliminazione che scatterà dopo i primi 6 minuti. Come nel Q1, ogni minuto e mezzo verrà escluso il pilota più lento per un totale di 7 eliminazioni mentre solo in 8 rimarranno a giocarsi la pole. Nella Q3, di durata complessiva di 14 minuti, il pilota peggiore sarà eliminato dopo 5 minuti, quindi ogni minuto e mezzo il meno veloce uscirà di scena fino a quando non rimarranno in due, che avranno a disposizione l’ultimo minuto e mezzo per contendersi la pole position.
Forse, perché secondo gli addetti ai lavori tutti usciranno per fare un gran tempo e non si vedrà più nessuno in pista. Senza contare la pressione inutile e pericolosa messa sui piloti obbligati a rischiare per non finire dietro a macchine più lente sulla carta compromettendo il weekend. Ma la FIA ha deciso così per rendere più interessante e incerto il sabato visto che l’anno scorso molti team preferivano non uscire per risparmiare gomme e benzina.
I team radio. Le comunicazioni saranno quasi del tutto vietate. I piloti saranno più liberi di decidere e però anche di sbagliare senza l’aiuto del muretto in merito ai tanti bottoni e alle procedure più complesse che in passato. Non a caso Hamilton ha detto: “Vedremo tanti post-it, per tutti sarà complicato perché ci sono molte cose da ricordare”. I piloti non sembrano d’accordo, ma in pratica non decidono nulla. Cosa è consentito? I team potranno aggiornare i piloti su eventuali pericoli in pista, dal meteo ai detriti, comprese le forature, dalla presenza di olio ai detriti pericolosi, fino all’aumento pericoloso delle temperature. Consentite ovviamente le chiamate per i pit stop o i ritiri, le informazioni sullo sventolio delle bandiere in pista, le interruzioni di gara o ordini decisi dalla direzione corsa. Vietate invece le comunicazioni relative agli assetti da usare in gara, al momento della scelta dei pit stop e alle mappature motore da impiegare durante i GP.
Pneumatici. La Pirelli ha introdotto la nuova mescola Ultrasoft, spalla viola. Si aggiunge a Supersoft (rossa), Soft (gialla), Medium (bianca) e Hard (arancione). Ogni scuderia potrà scegliere che tipologia usare fra le tre mescole selezionate dalla Fia (non due come prima) e ogni pilota ha a disposizione un set di 13 pneumatici a weekend. In Australia, la Pirelli porterà Medium, Soft e Supersoft. Hamilton e la Williams hanno scelto una tattica aggressiva sacrificando un treno di medie per uno in più di morbide contro i 2 set di medie di Rosberg (che ha 5 set di soft e 6 di supersoft). La Ferrari invece ha deciso lo stesso mix per Vettel e Raikkonen: due set di medie, cinque di morbide e sei di supermorbide.
Power Unit e scarichi: il calendario è più lungo quindi le PU passano da 4 a 5. Il nuovo disegno degli scarichi renderà più rumorosi o sonori, che dir si voglia, i V6 turboibridi.
Telecamere. Le riprese che provengono dalle telcamere posizionate sulle monoposto saranno ad alta velocità.
Calendario. 21 gran premi. Dopo un anno sabbatico, si torna a gareggiare in Germania, ad Hockenheim, il prossimo 31 luglio. Ritorna, anche il Gran Premio d’Europa, situato però in Azerbaijan. Disegnato dal solito Hermann Tilke, misura 6 chilometri e 6 metri, con 8 curve a destra e 12 a sinistra e si snoda attraverso la capitale azera di Baku. Confermata anche la pista texana di Austin. Monza c’è, l’anno prossimo forse.
Team. Sale a 11 il numero delle scuderie in gara. Mercedes, Ferrari, Red Bull, Williams, Force India, Renault, Sauber, Toro Rosso. McLaren-Honda, Manor e Haas. La Ferrari d’America, così è stata ribattezzata, si schiererà al via con Roman Grosjean e il giovane messicano Esteban Gutierrez, ex collaudatore Ferrari. La scuderia a stelle e strisce appartiene a Gene Haas, con sede a Kannapolis. Il Team principal sarà l’esperto Guenther Steiner, che ha lavorato nel mondo dei rally prima di approdare in Red Bull. Spinta dalla power unit Ferrari spec 2015.