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“Siamo sempre più fiduciosi, per quanto non ci siano garanzie, di poter mettere su un Mondiale 2020 di Formula Uno“, anche se i proprietari delle scuderie si stanno comunque preparando anche “per la remota possibilità che non ci siano gare per tutto l’anno”. Sono queste le parole di Chase Carey, presidente della F1, il quale mette le carte in tavola annunciando i dati del primo quadrimestre di Liberty Media che sono, come ci si aspettava, critici: i ricavi ammontano a 39 milioni di dollari (circa 36 milioni di euro) contro i 246 dello stesso periodo nel 2019, un crollo dell’84%.
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“Il coronavirus ha avuto un impatto significativo sulla Formula Uno e ci stiamo adattando in diversi modi”, ha assicurato Carey, ribadendo che l’obiettivo è partire il 5 luglio da Spielberg, in Austria, con la possibilità di una seconda gara il weekend successivo sullo stesso Red Bull Ring. Gli organizzatori, insomma, ritengono che sia ancora possibile portare avanti un calendario da 15-18 GP correndo in Europa fra agosto e settembre per poi girare fra Eurasia, Asia, Americhe e Medio Oriente fino al 13 dicembre. Il tutto, almeno nelle tappe europee, senza tifosi “ma speriamo di riaverli a fine anno – le parole di Carey riportate dalla BBC – Sono molto ottimista sul numero di piste che saranno in grado e vogliono ospitare una gara”.
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