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Ora possiamo dirlo con ufficialità, la storia tra la Ferrari e Sebastian Vettel è finita ancor prima di cominciare a leggere l’ultimo capitolo. Nel libro rosso del tedesco sono presenti gioie e dolori, vittorie e sconfitte ma (maledetto coronavirus) manca la parte finale ancora tutta da scrivere. Certo è che dal 2015 al 2019 sono trascorsi cinque Mondiali dove l’obiettivo, dichiarato più volte dal tedesco, non è mai stato centrato. Vettel è arrivato alla Ferrari come un quattro volte campione del mondo col desiderio di replicare le gesta del suo connazionale Schumacher. Troppo alto, però, l’ostacolo Mercedes che in questa nuova era dell’ibrido ha imposto un regime di dittatura fin troppo dominante.
Nonostante ciò Vettel è stato in grado di far sognare i tifosi a partire dal 2015 quando riportò la Ferrari al trionfo in Malesia, Ungheria e Singapore. Poi il passaggio a vuoto nel 2016 complice una Rossa fin troppo fragile e mai capace di conquistare il primo gradino del podio in un campionato caratterizzato dal duello tutto Mercedes fra Hamilton e Rosberg. Nel 2017 la risalita maestosa con Seb leader del Mondiale fino a metà stagione prima di un crollo tecnico nel trittico asiatico nonostante le ottime prestazioni del tedesco.
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Ma la vera macchia sulla carriera in rosso di Vettel è quel maledetto 2018. Testacoda, sorpassi avventati, errori di valutazione: in quel campionato, forse, son più gli errori che le magie. Il 2018 è un vero e proprio rimpianto, l’unico anno nel quale la Ferrari come macchina è stata in grado di mettere i bastoni fra le ruote alla Mercedes. L’unico anno nel quale è stato il pilota a fare la differenza con un Hamilton stratosferico tra le mille difficoltà e con un Vettel piegatosi al fato dopo quella maledetta uscita in curva sotto la pioggia di Hockenheim.
Poi il 2019 e la convivenza con Leclerc. Da capitano a “secondo” nel giro di pochi mesi, se non settimane. Già perché Charles ha dimostrato fin da subito di poter prendere il sopravvento piazzandosi in pole position alla seconda gara. Nell’ultimo anno per Seb troppi bocconi amari da digerire e non solo per merito del compagno di squadra. La vittoria strappatagli dalla Fia in Canada è stata certamente una mazzata sul morale del tedesco che nel finale di stagione ha saputo rialzarsi andando a vincere a Singapore e prendendosi la pole a Suzuka. Un bottino, però, troppo limitato per uno come Seb.
E ora c’è un altro capitolo da scrivere, covid-19 permettendo. C’è il Mondiale 2020, quello che rappresenterà il grande addio del tedesco. C’è la voglia di stupire, di prendersi una rivincita e di salutare da eroe. Perché in fondo lo sappiamo: se Vettel dovesse vincere il Mondiale che discorsi si faranno al termine della stagione? Lasciare la Ferrari da campione è ora l’obiettivo più grande nella carriera di Seb.
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