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Mancano pochi giorni alla fine dell’avventura con la Ferrari di Sebastian Vettel che, nella conferenza stampa alla vigilia delle prove libere del Gran Premio di Abu Dhabi, ultima apparizione del tedesco alla guida della Rossa di Maranello. Non è riuscito a vincere quello che sperava, un mondiale, ma non a causa della pressione maggiore che i piloti del cavallino devono affrontare: “La pressione? Sono stato il primo a rendermi conto del significato di far parte della Ferrari. Come quando per esempio la macchina è finita nella ghiaia in Germania ne 2018: ero amareggiato e non avevo certo bisogno di sapere quanto scontenti sarebbero stati scontenti i fan. Della pressione all’esterno non ho mai avuto bisogno”.
Il 2018 è l’anno dei rimpianti, quello in cui il tedesco forse avrebbe potuto veramente portare il mondiale a casa se in un paio di la fortuna avesse girato diversamente: “è stato una montagna russa di eventi e di emozioni. Quell’episodio non ha certo aiutato, ma ci sono stato tante altre cose come la morte di Sergio Marchionne e il cambio tra i team principal Binotto e Arrivabene. Molte cose potevano andare meglio, ma tutte accadono per una ragione”.
Sui momenti migliori vissuti alla guida della rossa pochi dubbi: “Tra questi c’è la prima vittoria in Malesia nel 2015, è stata speciale. Ma anche quella a Monaco nel 2017 o in Canada nel 2018. Sono diverse le vittorie tra cui scegliere, i momenti emozionanti sono stati molti. Ma non è abbastanza”.
Un’avventura iniziata ini pompa magna e conclusasi nel silenzio generale, un silenzio fatto di delusioni e rimpianti per quello che poteva essere.
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