Difficilmente in passato si è assistito a un epilogo del genere. Fuori Sebastian Vettel, quattro volte campione del mondo, e dentro un altro giovanotto di belle speranze come Carlos Sainz. Il Mondiale 2021 per la Rossa sarà un campionato inedito e ricco di punti interrogativi. Tante sono le cose da scoprire e analizzare a partire da una monoposto che dovrebbe contare su un motore ben più competitivo rispetto a quello utilizzato nell’ultima stagione. Ma tra i tanti dubbi e tra le tante variabili che a oggi non possiamo trovare una risposta, c’è una certezza. Il suo nome è Charles Leclerc e a 24 anni sarà eletto capitano della scuderia di Maranello.
Qualità, leadership, costanza e quel pizzico di cattiveria. Il giovane monegasco ha dimostrato di avere tutto e proprio come Max Verstappen (suo coetaneo) si avvia a guidare un intero team. Arrivato nel 2019 con penna e taccuino per apprendere le mosse del campione da Vettel, Charles ha dimostrato fin da subito di poter mettere i bastoni tra le ruote anche ai migliori. Due vittorie e sette pole position al primo anno col Cavallino che hanno portato i tifosi a scomodare paragoni pesanti e importanti accostando Leclerc a campioni del passato come Gilles Villeneuve, Niki Lauda e Michael Schumacher.
Leclerc non ha mai avuto paura di tutto ciò, anzi. La sfida è ben accetta e giorno dopo giorno il monegasco è cresciuto in fiducia e consapevolezza dei propri mezzi. Ed è indubbia la vittoria con netta superiorità imposta nei due anni di convivenza con Vettel. Un risultato disarmante che ha portato la stessa Ferrari a cambiar aria salutando il tedesco dopo sei stagioni di gioie ma anche tanti rimpianti. In attesa di poter usufruire di una Rossa potenzialmente candidata al titolo iridato, Leclerc avrà il compito di sistemare la situazione in classifica dopo un’annata decisamente negativa. Tutto ciò che gli si chiede, insomma, è di non peggiorare il disastro intravisto (non di certo per colpa sua) in un 2020 tormentato dal Covid e da tante altre problematiche.
Il capitano Leclerc lo può fare ma nel ruolo di guida di team gli si chiederà anche di correggere alcune imprecisioni. È vero, nel 2020 il monegasco ha estratto il massimo (e oltre) dalla propria monoposto trovando due podi insperati in Austria e in Gran Bretagna. Pesano, però, alcuni errori dovuti alla frenesia in avvio di gara come il contatto con il compagno Seb in Stiria e l’incidente con Perez a Sakhir. Sbavature alle quali possiamo anche aggiungere l’incidente a muro alla Parabolica a Monza e il podio mancato per un bloccaggio nelle ultime curve sul tracciato bagnato di Istanbul.
Essere capitani significa anche saper mantenere la calma e non esser costretti a strafare in qualsiasi occasione. La SF21 sarà un bel banco di prova di Charles con una monoposto maggiormente competitiva e forse simile a quella SF90 che tanto ha esaltato le doti del principino di Monaco. Tutta la Ferrari è con Charles, tutti i tifosi sono con Charles. La fascia da capitano della Rossa è sua, al quarto anno in Formula 1 e al terzo alla guida della vettura di Maranello. Non ci resta che attendere le conferme in pista.